Manuel Bortuzzo convocato al Mondiale di nuoto paralimpico: «Al Grande Fratello sono rinato»

L'atleta, oggi 23enne, è costretto in sedia a rotelle dal 2019, vittima di un attentato mafioso fallito per via di uno scambio di persona

Sabato 27 Maggio 2023
Manuel Bortuzzo convocato al Mondiale di nuoto paralimpico: «Al Grande Fratello mi sono sbloccato»

C'è anche il nome di Manuel Bortuzzo, nella lista degli atleti (14 uomini e 9 donne) che parteciperanno al Campionato del mondo di nuoto paralimpico in programma all’Aquatics Centre di Manchester, nel Regno Unito, dal 31 luglio al 6 agosto prossimi. «Sarà una Nazionale forte e cercherà di difendere al meglio i due titoli mondiali conquistati a Londra nel 2019 e a Madeira nel 2022», ha detto Riccardo Vernole, l'allenatore della squadra azzurra. 

Vernole è una delle tante persone che hanno sempre creduto in Manuel. Fin da quella maledetta notte tra il 2 e il 3 febbraio 2019, a Roma, dove aveva avuto inizio il calvario della giovane promessa dello stile libero italiano: mentre si trovava davanti a una tabaccheria del quartiere Axa, in cui aveva accompagnato la sua fidanzata, l'allora 19enne era stato raggiunto da un colpo di pistola. "Lesione parziale del midollo spinale", il responso della diagnosi. 

In seguito, si sarebbe scoperto che si era trattato un agguato mafioso, ma il vero obiettivo non era Manuel, in quanto vittima innocente di uno scambio di persona. Da quella notte, il tesserato per le Fiamme Oro è in sedia a rotelle.

Questo non gli impedisce di vivere e nuotare, sperando un giorno di poter tornare a camminare sulle sue gambe. 

La nuova intervista

Bortuzzo, oggi 23enne, nel 2015 aveva già partecipato agli Eyof di Tblisi: «Mi fa effetto pensare che lì in Georgia avevo 16 anni e non capivo nemmeno dove mi trovavo, mentre ora mi aspetta la mia prima nazionale assoluta da grande con la Finp (Federazione Italiana Nuoto Paralimpica n.d.r.), che avrà tutto un altro sapore», ha raccontato in una nuova intervista rilasciata a La Stampa. 

La convocazione per Manchester è stato un traguardo non semplice da raggiungere, fatto di ostacoli fisici e psicologici. Strascichi inevitabili dell'incidente di quattro anni prima: «Ho passato due anni in cui volevo nuotare, ma sentivo il peso di farlo quasi per forza. Nessuno mi aveva mai chiesto se lo volessi davvero. Sta proprio qui la differenza, adesso lo voglio io, mi piace e lo voglio fare».

C'è stato però un momento particolare, in cui Manuel ha sentito la voglia di tornare in vasca: «quando mi sono trovato al Grande Fratello, in un contesto così diverso da quello che ero abituato a sperimentare da atleta. È stata un’esperienza intensa e per nulla facile, ma che ha portato anche aspetti positivi, come l’enorme voglia di tornare in acqua. Devo ringraziare Aldo Montano, che ormai nella mia vita è un punto di riferimento, lo sento come un fratello. Prima di ogni gara ci sentiamo e lui trova sempre le parole giuste per tranquillizzarmi: sa di essere tra gli artefici di questo grande ritorno».

Il processo

Per l'agguato ai danni di Bortuzzo sono finiti in carcere due giovani di Acilla, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano, di 24 e 25 anni, entrambi con precedenti legati allo spaccio di droga. Bazzano ne aveva uno anche per rapina. La notte tra il 2 e i 3 febbraio 2019 avevano scambiato Manuel per un ragazzo con cui avevano avuto una discussione in un pub poco distante dal luogo della sparatoria. 

I due erano poi stati identificati dagli inquirenti perché uno dei due viaggiava in motorino a volto scoperto, al momento dell'agguato. A premere il grilletto era stato Marinelli, figlio del boss di Acilla Stefano Marinelli, legato ai clan Guarnera e Iovine, due famiglie affiliate ai Casalesi. Marinelli senior è morto nel 2017 per complicazioni di salute, mentre scontava una condanna a nove anni per spaccio. Dal 2016 gli erano stati concessi i domiciliari. 

Lorenzo Marinelli (sinistra) e Daniel Bazzano (destra), autori dell'aggressione a Manuel Bortuzzo 

Lorenzo Marinelli e Bazzano - entrambi dichiarati pentiti e dispiaciuti per l'accaduto - sono stati condannati in primo grado a 16 anni di reclusione, poi ridotti a 14 anni e 8 mesi dalla Corte di Appello di Roma. Potrebbero ricevere un'ulteriore sconto di pena a seguito del ricorso in Cassazione, la quale ha stabilito la necessità di un processo di appello bis per decidere in merito all'aggravante della premeditazione. I due al momento sono detenuti nel carcere romano di Regina Coeli. 

Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 09:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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