​Non è colpa dei lupi se sono troppi: ma per garantire la loro salvaguardia bisogna accettare (anche) di abbatterli

Venerdì 1 Dicembre 2023
Non è colpa dei lupi se sono troppi: ma per garantire la loro salvaguardia bisogna accettare (anche) di abbatterli

Caro direttore,

su Il Gazzettino in prima pagina ho letto un titolo che mi ha sconcertato. Il titolo è: Alpago, è allarme lupi. I sindaci: "State a casa". Ma è possibile ragionare così? Sono i sindaci che devono provvedere a risolvere i problemi. E' molto facile risolvere la questione in questo modo. Queste osservazioni dei sindaci sono contro la libertà e la democrazia.


Giuseppe De Battisti


Caro lettore,
non sia ingeneroso: molto spesso i sindaci si trovano ad affrontare le conseguenze di scelte prese altrove e da altri.

E l'unica cosa che possono fare è cercare di contenere l'impatto sui loro territori di queste decisioni. L'allarme lanciato dai primi cittadini dell'Alpago, dopo che diversi video hanno ritratto lupi tranquillamente a spasso per le vie dei loro paesi, mi sembra proprio uno di questi casi. La politica faunistica non è competenza dei sindaci, nè è nei loro poteri decidere di allontanare, catturare o sparare ai lupi. Lo facessero rischierebbero come minimo una denuncia, se non molto peggio. A loro compete però proteggere i cittadini ed è esattamente quello che stanno cercando di fare in Alpago e altrove. Vanno apprezzati, non criticati. Le colpe e le responsabilità di ciò che sta accadendo sono altrove ed è pure sbagliato prendersela con i lupi che altro non fanno che comportarsi come prevedono il loro istinto e la loro natura. Il fatto è che abbiamo reintrodotto alcuni animali selvatici nei nostri territori ( lo stesso discorso vale in larga misura per gli orsi) senza preoccuparci poi di controllarne e gestirne la diffusione, senza considerare le loro esigenze in rapporto al nostro territorio e alle sue dimensioni. Un branco di lupi ha bisogno, a seconda delle disponibilità di cibo, di un'areale di circa 200 chilometri quadrati. Un'area piuttosto vasta. È evidente che se non dispone dei suoi spazi un branco si sposta per trovarne altri e si avvicina anche ad aree abitate dall'uomo dove, verosimilmente, può trovare di che sfamarsi. È ciò che sta avvenendo nelle nostre regioni. Ritengo però sia un errore dividersi tra chi è pro e chi è contro la presenza dei lupi. Com'è sbagliato ingenerare psicosi collettive. Nei confronti di questo animale c'è un timore atavico, ma in 200 anni in Italia, anche nelle zone dov'è da sempre presente come l'Abruzzo, non si è mai registrato un solo attacco all'uomo da parte di un lupo. Non è questo il problema. I lupi possono continuare a vivere nelle nostre montagne, a condizione che si attuino politiche che consentano di conciliare la loro presenza con le attività umane. Facendo cioè in modo che abbiano i loro spazi e che siano in numero adeguato all'estensione del territorio. Naturalmente questo significa che quando diventano troppo numerosi, si deve poter abbattere gli esemplari in eccesso. Prospettiva che fa inorridire gli animalisti. Ma che è l'unica strada per salvaguardarne la presenza ed evitare ciò che sta accadendo in Alpago e moltre altre zone del Nordest.

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