L'Italia non vende armi a Israele: dalla Schlein solo pacifismo di maniera a uso interno

Domenica 21 Gennaio 2024

Egregio direttore,
ho letto con stupore e preoccupazione le parole della segretaria del Pd sulla guerra in Medioriente. Se era l'annuncio di una svolta sulla posizione del Pd forse andava spiegata e argomentata un po' meglio. Inoltre: secondo la Schlein non dovremmo più dare o vendere armi a Israele? Mi chiedo: e ad Hamas invece sì? E poi da quando noi diamo armi a Israele? Per quanto ne so è più facile che ne prendiamo e ne compriamo.

Osvaldo Santon
Treviso


Caro lettore,
in effetti è vero ciò che lei afferma: noi non forniamo, se non in misura irrilevante, armi a Israele.

Piuttosto da Israele siamo noi che acquistiamo, ed in misura certamente maggiore, strumentazioni militari ad alta tecnologia. Quindi, anche per questa ragione, non so cosa intendesse esattamente dire Elly Schlein. O quali fossero le sue intenzioni. Non intendo assolutamente minimizzare il peso e l'importanza delle parole della segretaria dem. È evidente che, comunque la si pensi, rappresentano una novità politica rispetto alle posizioni sinora mantenute dal Pd. Mi chiedo però se quelle affermazioni siano davvero da interpretare come una decisa virata della posizione del Pd sulla guerra in Medioriente, sulla questione palestinese e sul ruolo di Israele in quell'area. Ho qualche dubbio. Credo (e temo) che quelle parole siano soprattutto il risultato di un pacifismo di maniera, ad uso propagandistico interno ed esterno: cioè finalizzato soprattutto a strizzare l'occhio alle posizioni filo-palestinesi e anti-ebraiche che albergano in molti settori della sinistra e anche tra i 5 stelle. Insomma: parole dal sen sfuggite, avrebbe detto il poeta. Che forse, però, svelano quale sia la vera posizione della segretaria del Pd e il suo sentire sul conflitto in corso. Oltrettutto come ha ricordato opportunamente ieri Mattia Feltri, noi non potremmo comunque vendere o cedere armi a Israele in questo momento giacché nessuna azienda italiana che produce materiale militare può avere rapporti con un paese in guerra senza un voto parlamentare che le autorizzi. E infatti, lo ha ricordato il ministro degli Esteri Tajani, noi non diamo più armi ad Israele dal 7 ottobre, cioè dall'attacco a Gaza da parte di Hamas che ha scatenato l'attuale conflitto.

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