La guerra in Ucraina, i limiti dell'Europa e il peso delle scelte e degli errori di Angela Merkel

Martedì 3 Maggio 2022
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Caro Direttore,
nella guerra in corso esiste un aggressore (che va condannato senza se e senza ma) ed un aggredito. Ma la diplomazia europea per trovare un punto di possibile accordo non è mai esistita. A questo punto mi faccio una domanda: cosa è cambiato in questi ultimi mesi che ci ha fatto precipitare in questa assurda tempesta perfetta? La risposta che mi do riguarda la fuoriuscita dalla politica europea della Merkel. L'ex Cancelliera tedesca, per me ingiustamente ritenuta colpevole di tutti i problemi che sono ora sul tappeto, con la sua grande esperienza politica, manageriale e diplomatica aveva saputo gestire importanti scelte del Consiglio europeo in modo che il delicato rapporto con la Russia si fosse sempre mantenuto, tutto sommato, tranquillo. L'importante progetto del metanodotto Nord Stream 2, che non è mai piaciuto ai Presidenti americani perché intravvedevano una pericolosa dipendenza dalla Russia, avrebbe in realtà potuto garantire una sufficiente tranquillità energetica per tutta la fase della transizione. Da tener presente che la Merkel aveva anche detto di no alla entrata nella Nato della Ucraina, sicuramente per non far sorgere tentazioni ostili da parte della Russia e forse anche, aggiungo di mio, per una scarsa fiducia nel Governo ucraino

Renzo Turato
Padova


Caro lettore,
all'Europa e non solo oggi manca sicuramente un leader europeo riconosciuto e rispettato come Angela Merkel. L'uscita di scena della cancelleria tedesca ha privato la Ue del primo ministro più autorevole, ma anche del capo di governo che nel tempo aveva costruito i più solidi rapporti politico-economici con la Russia di Putin. Ma è proprio questo legame con Mosca che oggi, dopo l'invasione dell'Ucraina, è finito sotto i riflettori e ha condotto gli stessi cittadini tedeschi a chiedersi, come ha scritto un attento osservatore delle vicende germaniche, se «qualcosa non funzionasse nel dolce letargo in cui la Merkel di ha cullati per 16 anni». La storia non si fa con i se e con i ma e va anche ricordato che la politica della Merkel ha sempre avuto l'appoggio non solo del suo partito (la Cdu-Csu) ma anche dei socialdemocratici della Spd e dell'intero mondo economico tedesco. Tuttavia non è fuori luogo oggi chiedersi perchè la cancelliera abbia permesso che la Germania, e di conseguenza anche a una larga fetta dell'economia europea, diventasse così dipendente dalle importazioni di gas russo. E come non abbia saputo o voluto cogliere gli enormi rischi geo-politici di questa strategia. Non sono domande semplici. Certamente la Merkel non si è mai fatta illusioni su Putin, forse però anche lei ha sottovalutato la deriva autoritaria e imperiale del sistema russo: aver autorizzato il gasdotto Nord Stream 2 (ora bloccato) proprio nel 2014, cioè nell'anno dell'annessione della Crimea da parte di Mosca, sembra essere una prova di ciò. Inoltre va ricordato che la Merkel ha sempre messo al primo posto l'esigenza di salvaguardare il benessere e la serenità dei tedeschi e la stabilità della loro economia. Lo ha fatto durante la crisi economica, imponendo alla Ue una linea di onerosa austerità che solo Mario Draghi, da capo della Bce, riuscì a interrompere. Lo ha fatto anche nei rapporti politico-commerciali con la Russia, anteponendo a tutto gli interessi economici immediati della Germania. Scelte legittime ovviamente da parte del primo ministro di un Paese. Meno giustificabili da leader del paese guida dell'Europa. Tutto ciò sembra confermare il giudizio che alcuni osservatori hanno dato sulla Merkel: leader straordinaria nelle sue capacità di mediazione e nell'abilità di non spezzare mai il filo rosso che lega gli interessi tedeschi a quelli del resto della Ue, assai meno efficace nella visione strategica globale. Ciò non toglie che frau Angela potrebbe avere un ruolo importante nel momento in cui, speriamo presto, si aprirà un tavolo per trattare la pace.
 

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