I filo-russi oggi si stracciano le vesti per il popolo curdo. Ma chi ha ridato centralità a Erdogan, se non Putin?

Venerdì 8 Luglio 2022
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Gentile direttore,
le sottopongo un mio intervento brevissimo prafrasando il migliore, ossia il premier Draghi: «Preferite i condizionatori o la vita dei curdi?». Mi sa che dovrò chiedere a svedesi e lapponi.

Marco Panfilo
Venezia


Caro lettore,
apprezzo sempre l'ironia. In questo caso non posso però fare anche a meno di notare che tra coloro che dalle simpatie no vax e no pass sono transitati alle pulsioni si Putin e no Occidente, la causa del popolo curdo è questo momento il tema più in voga. Una sorta di pensiero unico filo-putiniano che si ritrova in tante mail, spesso fotocopia, che vengono inviate a giornali e siti e che contengono tutte le stesse argomentazioni. Sintetizzo il tema per comodità degli altri lettori. Secondo questo filone di pensiero, l' Europa, la Nato e gli Usa, per ottenere il sì della Turchia - inizialmente contraria - all'ingresso di Svezia e Finlandia nell'Alleanza Atlantica, hanno svenduto la causa curda, facendo una serie di concessioni proprio al loro nemico numero uno, il presidente turco Erdogan. Si potrebbe osservare che tanta, improvvisa attenzione per il martoriato ma altrettanto spesso ignorato, popolo curdo sia quantomeno sospetta. Ma forse è meglio cercare di fare un po' di chiarezza su ciò che è effettivamente accaduto. Finlandia e Svezia hanno accolto nel corso degli anni moltissimi dissidenti curdi. Non c'è dubbio che il recente accordo per superare il veto della Turchia, abbia preoccupato molto le comunità curde che risiedono nei due paesi nordici: per togliere il proprio veto all'ingresso nella Nato di Svezia e Finlandia, Erdogan ha chiesto infatti che i due paesi ritirino le protezioni concesse ai dissidenti curdi, e che avviino le procedure per l'estradizione di decine di persone che la Turchia considera appartenenti a organizzazioni terroristiche. Non è chiaro come e se ciò accadrà, ma il rischio che Svezia e Finlandia debbano rinunciare alla propria politica di accoglienza e difesa dei curdi è concreto. Un brutto segnale, comunque la si pensi. Chiediamoci però perchè si è arrivati a questa situazione. La risposta mi sembra evidente. La dissennata politica imperiale di Putin e l'invasione dell'Ucraina, hanno ridato un ruolo e restituito una centralità politica sullo scenario internazionale, e su quello europeo in particolare, alla Turchia di Erdogan, che ha approfittato dello scenario di guerra, per uscire dall'angolo in cui la profonda crisi economica del suo paese e il crescente dissenso verso la sua gestione autocratica l'avevano posto. Anche di questo dobbiamo ringraziare Putin.

      
 

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