Indipendentemente dalle sue convinzioni politiche Perlasca resterà nella storia per ciò che ha fatto

Giovedì 24 Agosto 2023

Egregio direttore,
nei giorni scorsi su Rai Storia lei ha commentato la storia di Giorgio Perlasca, e ciò che ha fatto a Budapest, tralasciando scientemente di dire che aveva partecipato alla guerra di Spagna tra le file franchiste, come ufficiale di artiglieria volontario, quindi fascista. Lei è un pennivendolo come giornalista e commentatore fazioso di storia alla pari, forse solo di tale Arrigo Petacco, secondo cui l'oro di Dongo non lo hanno preso i partigiani mentre secondo Indro Montanelli è servito al Pci per comprare la sede di Botteghe Oscure.

Gianni Boscariolo

Caro lettore,
potrei spiegarle che non è semplice condensare in un minuto, come prevedono queste clip di Rai Storia, eventi o personaggi che hanno lasciato un segno così importante.

Ma dato il tono assertivo e furente della sua lettera credo sarebbe del tutto inutile. Resterebbe comunque convinto che sono un pennivendolo fazioso. Me ne faccio una ragione. Ma vorrei anche ricordarle, per completezza di informazione, quale fu il vero e complesso rapporto che ebbe con il fascismo il padovano Giorgio Perlasca, nominato Giusto delle nazioni per aver salvato dai campi di sterminio nazisti alcune migliaia di ebrei ungheresi. Non ci sono dubbi sul fatto che Perlasca, nazionalista e dannunziano, aderì con entusiasmo al fascismo, al punto da partire da volontario per il fronte dell'Africa Orientale e di decidere poi di combattere anche in un reggimento di artiglieria in Spagna al fianco delle milizie del generale Franco. Insomma un autentico e convinto fascista. Ma la scelta dell'Italia di allearsi con la Germania e l'adozione nel 1938 delle leggi razziali, che discriminavano gli ebrei, cambiò l'atteggiamento di Perlasca e lo allontanò progressivamente dal credo e dal movimento di Mussolini. Non per questo diventò mai antifascista, ma l'entusiasmo giovanile di Perlasca verso il fascismo si affievolì, fino a venir meno. Questi sono i fatti, ampiamente documentati. Detto ciò, vorrei chiederle: ma che Perlasca fosse stato fascista o meno, cosa cambia? Ne sminuisce o ne amplia forse l'importanza? O forse attribuisce un diverso valore alla sua coraggiosa scelta di mettersi in gioco per salvare centinaia e centinaia di uomini e donne condannati a morte dai nazisti solo per il fatto di essere ebrei? A me pare di no. Fascista o meno, Giorgio Perlasca resterà nella storia per ciò che di straordinario ha compiuto. Indipendentemente dalle sue convinzioni politiche. Il valore di un uomo, nel bene come nel male, si misura sui fatti e sulle scelte concrete. Non sulle ideologie.

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