Garibaldi, moriva 140 anni fa un mito capace ancora oggi di suscitare grandi amori e straordinari rancori

Martedì 12 Luglio 2022
Garibaldi, moriva 140 anni fa un mito capace ancora oggi di suscitare grandi amori e straordinari rancori

Egregio direttore,
140 anni fa moriva Giuseppe Garibaldi. Chi fu? Un patriota, un liberatore delle Due Sicilie o un avventuriero strumentalizzato da Cavour e Vittorio Emanuele II per i propri fini? Anche la sua è, secondo me, una storia da ripensare. Perché nata l'Italia rimangono ancora da fare gli italiani. Gradire sapere cosa ne pensa.

Rolando Ferrarese
Cavarzere (Ve)


Caro lettore,
lei mi interroga intorno a un argomento su cui sono stati versati fiumi di inchiostro. Giuseppe Garibaldi è uno dei personaggi più acclamati e insieme controversi della storia patria. Una figura capace di suscitare ancora oggi grandi ardori ma anche straordinari rancori. C'è e c'è stato un Garibaldi di destra che piaceva per il suo piglio nazionalista a Benito Mussolini e un Garibaldi di sinistra amato dagli antifascisti come Ernesto Rossi o Vittorio Foa e divenuto poi anche simbolo del Fronte Popolare nel 1948. Ci fu il Garibaldi anticlericale detestato dalle gerarchie ecclesiali ma anche il condottiero patriota che diventò punto di riferimento di giovani e battaglieri predicatori cattolici come Ugo Bassi e Alessandro Gavazzi. In realtà il ruolo e il posto assunto dall'Eroe dei due Mondi nel nostro immaginario collettivo nazionale, prescindono in larga parte dalla sua vera, e in alcuni fasi un po' misteriosa, storia personale. Che comunque fu quella di un uomo tutt'altro che banale. Garibaldi fu insieme uno spregiudicato uomo d'azione, un po' avventuriero e pittoresco, ma anche un abile politico capace, per raggiungere i suoi obiettivi, di muoversi al di fuori (l'impresa dei Mille) e dentro ( il famoso Obbedisco concesso al re) le istituzioni e gli ordinamenti del tempo. Certamente fu un personaggio carismatico e in grado di suscitare intorno a sè un vasto consenso popolare, non solo in Italia, anche in epoche in cui la comunicazione era assai meno di massa e pervasiva di oggi. Ma Garibaldi è stato ed è molto più di questo: è innanzitutto un mito. E non un mito qualsiasi, ma il mito del nostro Risorgimento, la figura che ha dato sostanza ed epopea alla stagione che ha portato alla nascita dello stato nazionale. Nessun altro dei protagonisti di quell'epoca poteva del resto assurgere a questo ruolo. Troppo cerebrale e filosofico Mazzini, troppo politico e machiavellico Cavour, troppo discusso e impopolare l'esponente di casa Savoia, Vittorio Emanuele II. Non restava che Garibaldi, il rivoluzionario disciplinato per usare una felice immagine coniata da Agostino De Pretis. E Garibaldi, con la sua storia, la sua iconografia, il suo carattere un po' picaresco e la sua popolarità assolse assai bene a questa funzione. Da qui, più che dalle sue gesta, nacque il mito. Destinato, in quanto tale, ad essere amato e detestato. Ancora oggi.
 

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