La scelta di andare avanti (o meno) spetta solo a Draghi altrimenti non rimangono che le elezioni, subito

Domenica 17 Luglio 2022
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Gentile direttore,
bene ha fatto Mattarella a rigettare le dimissioni di Draghi! Che M5S fosse una sciagura indicibile io l'ho sempre ribadito fin da quando questa disgrazia si è abbattuta su di noi, anche se al tempo in molti mi davano contro. Un partito di furbi salito al potere grazie alla compravendita di voti (leggasi assistenzialismo becero, contro ogni dettame delle note Teorie economiche). Ora, premetto che Draghi non mi sta affatto simpatico (soprattutto per i fatti del 1992, mia opinione), però dovere della politica sarebbe quello di mettere da parte le simpatie personali e far fronte comune per il bene del Paese, dare all'estero quantomeno la percezione di un governo stabile ed efficace. Chiedo a Lei, che ne saprà più di me. Draghi attualmente è l'unica personalità credibile: che alternative concrete abbiamo?

Matteo Favaro


Caro lettore,
Mario Draghi è certamente la personalità italiana di maggior autorevolezza e credibilità internazionale: doti non solo rare ma particolarmente preziose in una fase storica come quella che stiamo vivendo. Ma se Draghi, comprensibilmente da molti punti di vista, ritiene che non ci siano più le condizioni per guidare un governo di larghe intese e non intende sottostare ulteriormente ai ricatti dei partiti sempre più agitati dall'approssimarsi delle elezioni, non mi pare ci siano molte alternative. Qualcuno ha ipotizzato un governo di transizione che traghetti il Paese fino alla primavera del 2023, cioè alla naturale scadenza della legislatura, guidato da una personalità istituzionale (si è fatto il nome del presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato) ma si tratterebbe di una soluzione debolissima e inadeguata rispetto alle scelte che andranno prese nei prossimi mesi per far fronte alla complessa situazione economica e sociale. È del tutto evidente che in questo momento serve un esecutivo solido, autorevole e nel pieno dei suoi poteri, non un governo balneare espiato ad ogni tipo di onda e marea. Se questo non è possibile non esiste altra strada che andare rapidamente al voto, tra fine settembre e inizio ottobre e dar vita subito dopo a un nuovo governo. Dopodiché: la politica italiana ci ha abituato alle sorprese e ai colpi di scena. In questi giorni molti (taluni anche perché temono il voto anticipato) si stanno prodigando per convincere Draghi a restare al proprio posto. Lo spirito di servizio del premier non può essere messo in dubbio, ma la sua stanchezza e la sua indisponibilità ad essere messo sotto scacco dagli interessi di bottega di questo o quel partito sono evidenti. E certamente lo spettacolo indegno e inconcludente che il movimento 5 stelle e sta offrendo anche in queste ore non aiuta Draghi a cambiare idea.
 

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