I Cinquestelle stanno andando verso la dissoluzione ma la spregiudicatezza di Conte riserverà sorprese

Domenica 19 Giugno 2022
Giuseppe Conte

Egregio direttore,
all'interno del Movimento 5 Stelle siamo alla resa dei conti. L'idillio tra l'ex premier Giuseppe Conte e il ministro Luigi Di Maio, ammesso che ci sia mai stato, è ai titoli di coda. Il dissolvimento del partito fondato da Casaleggio è prossimo. Ma ce ne faremo una ragione.

Gabriele Salini


Caro lettore,
la parabola del Movimento 5 stelle sta declinando verso quello che molti da tempo consideravano l'inevitabile epilogo: quella che ancora oggi è numericamente la forza politica più importante del Parlamento, è destinata se non a scomparire, certamente a vedere drasticamente ridotto il suo peso e il suo consenso. Un esito che molti, come lei, saluteranno positivamente. Si tratta però anche di vedere con quali conseguenze (e con quali costi) per il sistema politico e più in generale per il Paese ciò accadrà. La disinvoltura con cui Giuseppe Conte sta cercando di puntellare la propria leadership dentro M5s e di garantirsi un futuro politico non lascia infatti prevedere nulla di buono. L'ex premier, soprattutto dopo la cocente sconfitta alle amministrative, sembra disposto a tutto pur di riuscire a sopravvivere politicamente. Oggi sventola la bandiera del pacifismo e del no all'invio di nuove armi all'Ucraina, ma quando era a Palazzo Chigi, per compiacere l'allora presidente statunitense Donald Trump, fu proprio lui ad accettare di alzare al 2 per cento del Pil le spese militari del nostro Paese. O a vendere armi pesanti all'Egitto nel bel mezzo della crisi diplomatica tra Roma e Il Cairo per il caso Regeni. Da un politico capace di questi spregiudicati giri di valzer anche su temi di tale importanza strategica, possiamo attenderci di tutto. E purtroppo niente o quasi di positivo.
 

Ultimo aggiornamento: 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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