Napoli, a cento anni sopravvive al Covid e trova un buono postale di 40 anni fa da 50 milioni di lire. Il Mef: «Attenti alle truffe»

Martedì 30 Marzo 2021 di Melina Chiapparino
Napoli, a cento anni sopravvive al Covid e trova un buono postale di 40 anni fa da 50 milioni di lire. Il Mef: «Attenti alle truffe»
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Il Covid l'ha risparmiata e - sostengono i suoi avvocati - le ha anche portato fortuna, ovvero 482mila euro che userà, se mai riuscirà ad ottenerli, «per fare beneficenza». È la storia a lieto fine di Angela D’Ottavi che, a 100 anni compiuti, ha vinto il virus della pandemia sperando inoltre di diventare ricca grazie a un’inaspettata scoperta tra le mura domestiche.

L’anziana napoletana, durante l’isolamento per il Coronavirus che, fortunatamente, ha sconfitto senza dover ricorrere alle cure ospedaliere, ha rinvenuto un buono postale fruttifero degli anni ‘80. La nonnina non avrebbe mai immaginato che proprio quel titolo che aveva dimenticato per anni, potrebbe cambiarle la vita. O almeno così dicono gli avvocati a cui si è rivolta e che non tengono conto di numerosi pronunciamenti del Mef che invita inoltra a non fidarsi di chi propone procedure per recuperare somme in realtà non riscuotibili. 

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«Questi soldi mi serviranno anche per fare tanta beneficenza» racconta sorridendo Angela che, da quando era poco più che una ragazza, non ha mai smesso di compiere gesti di solidarietà e generosità nei confronti dei più bisognosi. La centenaria, nata, vissuta e ancora residente nel centro storico di Napoli, non si è mai risparmiata, mostrando slanci di grande altruismo senza mai far pesare la sua condizione di benestante e ora, «la felicità sarà poter aiutare ancora di più gli altri» spiega la donna che non ha figli e vive con la sua badante. Tutto è cominciato a novembre scorso, durante il Covid che, in qualche modo, ha costretto la centenaria a ritagliarsi ancora di più momenti di distrazione tra le mura domestiche, come riordinare cassetti e armadi. Per fortuna i sintomi del virus sono stati lievi per l’anziana che, tra una pulizia e l’altra, ha ritrovato un buono postale fruttifero emesso nell’ottobre del 1986 dal padre. Una cifra decisamente importante: 50 milioni di lire. Secondo le tabelle Istat di rivalutazione monetaria dell'Istat si tratta dell'equivalente di almeno 62mila euro. Angela, che oggi gode di ottima salute e che, dopo la guarigione dal Covid, è ancora più vitale, ha pensato di riscuotere il titolo chiedendo aiuto al suo amministratore di sostegno.  

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«Il buono fruttifero rinvenuto da Angela le era stato fatto dal padre con la propria liquidazione e aveva un valore nominale di 50 milioni di lire» spiegano gli avvocati Luigi De Rossi e Samantha Faiella, intervenuti con l’associazione “Giustitalia” «perché l’importo a cui aveva diritto l’anziana, era molto di più di quello stabilito in un primo momento da Poste italiane». Alla centenaria che, insieme al suo amministratore di sostegno si era rivolta all’ente associativo per chiedere aiuto nel rimborso del buono, era stato comunicato un importo «effettuato con un calcolo al ribasso ammontante a poco più di 200mila euro» sostiene De Rossi. «In realtà ad un esame più attento della giurisprudenza di merito e delle recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario - dicono ancora i legali - è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio di quello prospettato da Poste italiane».

«I tassi di interesse che devono essere applicati sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli notevolmente inferiori che si sono succeduti nel corso degli anni» sottolineano i legali che tramite l’associazione “Giustitalia” si occupano della riscossione di buoni postali e titoli di Stato in odor di prescrizione. «Angela ha deciso di agire legalmente per la riscossione della somma, ma, c’è da dire che, un italiano su cinque possiede un buono postale, spesso sottovalutato» conclude De Rossi. La battaglia per la riscossione della somma ipotizzata dagli avvocati è comunque solo all'inizio, con l'esperienza che insegna che nella stragrande maggioranza dei casi sono deluse le aspettative di chi ha trovato quei vecchi titoli. Importante è non versare in anticipo alcuna parcella a chi promette la riscossione di queste somme rimandando il compenso a quando la cifra ipotizzata sarà eventualmente diventata reale. Inevitabile notare che di solito queste associazioni sono assai solerti ad annunciare l'avvio della causa mentre sono assai più rari gli annunci della "vittoria" del procedimento con la cronaca dell'effettiva riscossione di quanto ipotizzato. 

La nota del Ministero

Comunicato Stampa 260 del 30 dicembre 2013

Al Ministero dell'Economia e delle Finanze sono pervenute nei giorni scorsi numerose segnalazioni di notizie diffuse a mezzo stampa e direttamente da soggetti associativi in merito a procedure di transazione o di mediazione per il rimborso di titoli di Stato e buoni postali fruttiferi di vecchia emissione e ormai prescritti. Tali notizie sono infondate e pertanto fuorvianti.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze intende chiarire che non ha mai avviato o condotto procedure di transazione o di mediazione con qualsivoglia soggetto che si ponga quale intermediario per il rimborso di titoli di Stato o di buoni postali fruttiferi emessi parecchio tempo addietro ed ormai irrimediabilmente prescritti. Sono pertanto prive di qualsiasi fondamento le notizie che riferiscono di tali trattative.
Al fine di non ingenerare aspettative destinate a rimanere deluse, si precisa che la prescrizione per tali titoli decorre dalla data di scadenza/rimborsabilità e non dal giorno del loro ritrovamento, e che in nessun caso essi possono maturare interessi o rivalutazioni monetarie dopo la data prevista per il loro rimborso.
Si precisa, inoltre, che gli unici titoli che prevedono una rivalutazione del capitale sono quelli indicizzati all’inflazione, e comunque solo fino alla data di scadenza e non oltre.
Si invitano quindi i risparmiatori a guardarsi da chi, suscitando aspettative infondate ai sensi della normativa vigente, offre assistenza legale in materia, con l’unico possibile esito di far sostenere inutili costi legali.
 

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 16:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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