Raccolta differenziata e sprechi:
la città diventa turistico-repellente

Sabato 3 Maggio 2014
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Al distributore di benzina ci hanno abituati al self-service “per risparmiare”, questo messaggio non è ancora arrivato a chi regolamenta la raccolta differenziata a Treviso: sembra proprio che “il risparmio di noi cittadini non sia affar loro”. Facciamo qualche proposta per ridurre la tassa rifiuti: cominciamo con l’Iva al 10% che prima con la Tares non veniva applicata dal Comune di Treviso perchè, si diceva, l’importo era “presuntivo” del servizio e quindi era una “tassa”; ora che viene individuato un corrispettivo puntuale diventa una “tariffa” il premio per noi cittadini è che il Comune aumenta del 10% l’importo da pagare addebitandoci l’Iva che è dichiarata non dovuta a parere della Corte di Cassazione, sentenza 3756 del 9/3/12; ma vi sembra un comportamento coerente?



Da quel che ho capito, poi, viene applicata l’imposta da pagare solo sui contenitori del secco non riciclabile; a cosa serve allora che ogni condomino esponga il proprio contenitore per gli altri rifiuti diversi dal secco non riciclabile? Basta un unico contenitore condominiale per la carta, uno per gli imballaggi, uno per l’umido ecc e sicuramente alla fine anche il costo per la raccolta ed il trasporto dei nostri rifiuti si sarà ridotto.



Anche il metodo di attribuzione dei costi è oneroso e si presta ad arbitrio laddove impone un numero comunque minimo di svuotamenti; all’estero trovo esperienze di semplicità e funzionalità, che qui in Italia non sono tenute in considerazione; si paga il secco non riciclabile in anticipo tramite sacchetti esclusivi che si comprano al supermercato; in fondo se si è già stimato il costo volumetrico di un contenitore si può anche calcolare il costo di un sacchetto come frazione del contenitore stesso; una volta pagato così il servizio non è più necessario individuare chi lo consegna; si può sempre utilizzare un contenitore condominiale (ed ogni condomino paga in funzione dei sacchetti utilizzati) oppure creare dei posti di raccolta di vicinato; ho visto l’utilizzo di “campane” completamente interrate e quindi esteticamente invisibili che vengono svuotate con sicuramente meno costi del porta a porta;



Pagato il sacchetto è tutto finito, non ci sono uffici amministrativi, bollette, contenzioso, recupero crediti ecc.ecc. e vi assicuro che in altri contesti non ci sono gestori con il cervello “maggiorato”, semplicemente gestiscono i soldi di tutti i cittadini come se fossero i loro soldi, e quindi senza sprechi.



Quanto al risultato estetico di un’esposizione di maxicontenitori individuali in luogo pubblico e per tutto il giorno (se uno ha impegni di lavoro che non gli consentono il ritiro anticipato) come faremo a ridurre l’effetto repellente sui futuri visitatori della nostra “città d’arte”?
Ultimo aggiornamento: 15:27

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