Si parla sempre più spesso di AI (intelligenza artificiale). Di recente ho voluto approfondire l'argomento (libri di Kissinger e altri e di Cristianini). Ho anche letto che una recente statistica rileverebbe che 4 persone su 10 temono l'AI. Penso che tale rilevazione avrebbe esiti diversi se le altre 6 persone approfondissero l'argomento e non si limitassero a considerare AI come traduttore/correttore di lingue o motore di ricerca o altre utilities. Tutte cose che indubbiamente sono di grande aiuto. Ma c'è l'altra terribile faccia della medaglia. È da considerare che l'AI ha fatto un salto epocale di efficienza da quando c'è ed è cresciuto esponenzialmente l'uso del web. Miliardi di dati personali graziosamente e gratuitamente concessi dagli utenti del web sono disponibili per essere gestiti dalla AI. AI "ragiona" in termini probabilistici. E sappiamo che più numerosi sono i dati disponibili, più precisa sarà la previsione. AI non tende alla verità ma al verosimile (vedi recente articolo su Il Gazzettino di Ricolfi). La verità è diventata "verità statistica". E se ci si fida di questa verità verosimile molte delle nostre azioni sono condizionate e falsate. Che si scelga una vettura da acquistare, un viaggio da fare o un partito da votare. Penso ci sia da temere di diventare una umanità di inconsapevoli formiche operaie guidate da una piccola élite di formiche regine.
Luciano Lanza
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