Nel 30% dei casi di tumore al seno è necessario provvedere a una mastectomia o una un'asportazione. Oggi in una paziente su due avviene una ricostruzione mammaria. Ma l’altra metà delle pazienti, anche spinte dai dubbi legati alla diffusione della Covid-19, hanno rinunciato a farlo o hanno cercato di rimandare l’operazione. È quanto si legge nel dossier “Donna X Donna” realizzato dall’associazione Babc, la Beautiful After Breast Cancer Italia.
Tumore al seno, la rivoluzione che fa sperare: «Cura senza chemioterapia»
Secondo l’indagine statistica sul numero degli interventi effettuati nel 2020 in tredici Breast unit tra le più importanti del Nord, Centro e Sud Italia, le operazioni di ricostruzione mammaria sono calate del 5% con picchi che raggiungono il 19%.
Nei dodici mesi del 2020, le ricostruzioni mammarie totali eseguite nelle principali Breast Unit della penisola hanno subito un rallentamento rispetto al 2019: sono state infatti 2.935, con un calo di 157 operazioni in meno (- 5%). Sono aumentate le mastectomie senza ricostruzione mammaria, passate da 805 a 826 nel 2020 (+2,6%) e sono calate anche le operazioni di ricostruzione mammaria in ‘differita’, cioè effettuate in un tempo successivo a quello dell’asportazione del tumore: 541 interventi nel 2020 a fronte di 576 operazioni del 2019 (-6%). Diminuiti anche gli interventi di chirurgia ‘conservativa’ ovvero di asportazione parziale della ghiandola per tumori più piccoli, a seguito della quale si effettuano rimodellamenti.
«Le camere operatorie di molti ospedali non si sono fermate. Abbiamo privilegiato i casi oncologici rimandando i tumori benigni, come indicato dalle linee guida europee - spiega Marzia Salgarello, presidente di Babc e direttore del reparto di chirurgia plastica della Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma - Sono state privilegiate le tecniche di ricostruzione immediata della mammella, unica tipologia a registrare un incremento di interventi nel 2020. Ritenuta ‘gold standard’ per le pazienti che necessitano di mastectomia e i cui benefici superano di gran lunga quelli dello stesso intervento eseguito in un secondo momento. Con l’arrivo del Covid siamo riusciti ad aguzzare l’ingegno e ad affinare questo tipo di tecnica posizionando la protesi sopra il muscolo pettorale in modo tale da raggiungere migliori risultati, ridurre i tempi di degenza ed i fastidi post operatori»
‘Donna x Donna’”, ha realizzato anche un volume informativo sfogliabile gratuitamente sul sito www.beautifulafterbreastcancer.it.