Taxi, ultimatum del governo ai comuni: «Subito le licenze». Il fronte dei sindaci diviso

Dopo Roma, anche Firenze e Napoli dicono no al decreto. Ok da Palermo. La lettera del ministro ai primi cittadini, martedì lo sciopero delle auto bianche

Giovedì 5 Ottobre 2023 di Francesco Bechis
Taxi, ultimatum del governo ai comuni: «Subito le licenze». Il fronte dei sindaci diviso

L’ultimatum del governo. I sindaci divisi. I tassisti che tirano il freno e incrociano le braccia: sciopero. Parte in salita il piano contro l’emergenza taxi nelle città. File chilometriche, attese infinite, turisti in fuga. «Le regole ci sono, adeguatevi». È perentorio Adolfo Urso, ministro delle Imprese e il Made in Italy. Ieri il Parlamento ha dato il via libera al decreto asset, dunque anche al nuovo pacchetto di norme per le auto bianche. Fra le novità, la possibilità di aumentare fino al 20 per cento le licenze, incentivi green e procedure più semplici per ottenere la “doppia guida” dei taxi

La lettera

Ora la palla è nel campo dei sindaci, cui ieri Urso ha scritto una lettera auspicando «la più vasta applicazione delle nuove disposizioni a beneficio degli utenti e della ricettività delle città italiane». Basterà lo sprint del governo per liberare stazioni e aeroporti dagli ingorghi di turisti? Si vedrà. Si schiera contro, intanto, una parte dei tassisti che nei mesi scorsi hanno trattato con il governo sulle nuove regole. Usb Taxi, tra le associazioni più rappresentative, ha indetto uno sciopero di 24 ore per martedì 10 ottobre: «Inopportuno è la definizione più elegante di questo decreto», tuona il sindacato. 
E i sindaci? Davanti al piano per le licenze approvato ieri i primi cittadini si dividono.

Guida la protesta Roberto Gualtieri, il sindaco di Roma al centro di un durissimo botta e risposta con Urso e il vicepremier leghista Matteo Salvini. «Ci hanno chiesto cosa potessero fare per aiutare i comuni sui taxi, e poi hanno fatto un decreto con dei pasticci», è l’affondo del sindaco dem, «basta una riga per correggerlo». Da Gualtieri «c’è da quattro anni un’inadempienza conclamata, come sindaco e come ministro dell’Economia», replica Urso al vetriolo. Gualtieri fa muro perché, spiega, il decreto farà perdere «risorse preziose» alla città destinando l’intero importo dei soldi spesi nelle nuove licenze alla categoria dei tassisti e non, come succede oggi, solo l’80 per cento, lasciando il restante 20 per cento al comune. Dunque sarà braccio di ferro. Oggi il sindaco della Capitale parteciperà a una riunione con i sindacati che promette scintille annunciando che si andrà avanti con la procedura standard: mettere sul mercato 1500 licenze in più rispetto alle 7800 che già circolano in città e incassare il 20 per cento dell’importo. Con Gualtieri si schiera Dario Nardella, sindaco di Firenze: «Il decreto Urso è semplicemente acqua fresca», anzi, «ci danneggia perché elimina lo strumento delle licenze temporanee che abbiamo sperimentato con successo». Scettica anche Napoli, un’altra città paralizzata dall’emergenza taxi. «Né io né il sindaco Gaetano Manfredi siamo dell’avviso, almeno in questo momento, di aumentare il numero delle licenze», racconta l’assessore ai Trasporti Edoardo Cosenza, la strada è «l’efficientamento della viabilità». Sarà. Ma intanto, con una stagione estiva che si prolunga ben oltre i pronostici, il caos regna nelle grandi città italiane sommerse dai turisti. 

Le posizioni

Qualcuno ancora prende tempo e studia il decreto. Come Stefano Lo Russo a Torino, o Matteo Lepore che a Bologna si siederà con le categorie a un tavolo per provare a rinnovare «un servizio fermo al secolo scorso». Altri si adeguano e promettono al governo di aumentare le licenze. «Se siamo noi nella possibilità cercheremo senz’altro di farlo», dice il sindaco di Milano Beppe Sala. «Palermo registra una necessità di aumentare il numero di taxi in città, ci adegueremo», assicura il primo cittadino Roberto Lagalla, «ma nessuna misura calata dall’altro senza i dovuti passaggi con le categorie». Anche nei medi e piccoli centri il caos taxi si fa sentire. «Con rispetto per il lavoro dei tassisti», spiega il sindaco di Ravenna Michele De Pascale, «stiamo parlando di un servizio pubblico ed è essenziale che il numero di licenze cresca». 
Di certo il piano taxi non è partito in quarta. Il governo però farà quadrato intorno al decreto Urso. A costo di sfidare sindaci e tassisti in rivolta pur di liberare le città italiane dal grande ingorgo che tende a fior di pelle i nervi di turisti e cittadini.

Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 09:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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