Sottomarino disperso, il contrammiraglio: «Sommergibili sempre più diffusi, vanno creati centri di controllo come avviene per i mezzi aerei»

Il capo della flotta italiana: "Ricerche difficili"

Martedì 20 Giugno 2023 di Ebe Pierini
Sottomarino disperso, il contrammiraglio: «Sommergibili sempre più diffusi, vanno creati centri di controllo come avviene per i mezzi aerei»

Il contrammiraglio Vito Lacerenza, è a capo di tutta la componente di sommergibili della Marina militare italiane. 

In base alla sua esperienza cosa può essere accaduto al sottomarino scomparso?
«Le operazioni sottomarine, ancor di più alle quote abissali cui si trova il relitto del Titanic, è molto complessa per cui i problemi a bordo possono essere molteplici.

Avarie ai sistemi di propulsione o problematiche di natura elettrica. Anche un imprevisto facilmente gestibile in altri contesti, a bordo di un ambiente confinato quale quello di un sottomarino può essere sfidante. Per questo l’addestramento continuo è una componente fondamentale per ogni sommergibilista».

Quante ore di autonomia può avere?
«La missione che svolge generalmente dura alcune ore. Ogni sottomarino, sia militare sia civile, ha riserve di energia, ossigeno e quanto necessario ad assicurare condizioni di vivibilità a bordo, anche in condizioni di emergenza, per alcuni giorni. Il minisottomarino Titan dovrebbe avere 96 ore di autonomia».

Come avvengono le comunicazioni con la terraferma?
«Quella tipologia di sottomarino non comunica direttamente con la terraferma ma è in costante contatto con l’unità navale di appoggio, che si trova in superficie, a mezzo di un telefono subacqueo: un sistema che impiega il suono come mezzo di comunicazione. Le onde radio, su cui si basano i sistemi di comunicazione in superficie, sott’acqua si propagano per pochi metri».

 

Come si effettuano le ricerche di un sottomarino? 
«Le ricerche vengono effettuate impiegando diverse tipologie di sonar, per mezzo di onde acustiche per l’individuazione dell’oggetto ricercato. Ad esempio i sistemi batimetrici a tecnologia cosiddetta multibeam. La profondità sicuramente complica le ricerche poiché è necessario impiegare dispositivi in grado di operare a quote abissali ma non le rende impossibili. La vastità dell’area in cui effettuare la ricerca è un altro fattore determinante. Essendoci una nave di assistenza sul luogo dell’immersione l’area dovrebbe essere relativamente circoscritta».

Esistono anche in Italia sottomarini civili che effettuano immersioni come il Titan?
«Anche in Italia esistono sottomarini turistici ma si limitano a immersioni di pochi metri per esplorare il ricco patrimonio naturalistico e archeologico che il nostro Paese può offrire. La crescente disponibilità di questo tipo di tecnologia, anche per scopi ricreativi, oltre che scientifici, economici e militari, comporta una riflessione sull’opportunità di normare un settore in forte espansione. Come avviene per la gestione degli spazi aerei, è giunto il momento di istituire un coordinamento e controllo di tutte le attività che si svolgono sotto la superficie del mare in parallelo a norme che consentano la classificazione e certificazione dei mezzi, con o senza uomini a bordo, che operano sott’acqua».

Un sommergibile militare potrebbe partecipare alle ricerche di un mezzo civile come quello scomparso?
«L’attività di ricerca e soccorso a un sommergibile disperso richiede un notevole dispiegamento di mezzi di varia natura. Anche i sottomarini possono dare un loro contributo, ad esempio per cercare di captare il segnale di trasponder di emergenza che dovrebbero attivarsi su un mezzo in difficoltà. È necessario disporre di mezzi in grado di operare a migliaia di metri di profondità quali veicoli autonomi e veicoli a controllo remoto».

Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 11:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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