C'è chi è stato multato perché aveva fatto pranzare i clienti all'interno del locale, causa pioggia improvvisa. E chi, invece, gli ha consigliato di abbandonare il tavolo o di aprire l'ombrello, perché altra soluzione non c'era. Mangiare al ristorante in tempi di pandemia, con il freddo e la pioggia che ancora non mollano, può fare incorrere in controlli da parte delle forze dell'ordine, con la conseguenza di vedersi chiudere il locale per cinque giorni.
Sin dal giorno della riapertura la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese ha ribadito che i controlli vanno fatti ma con equilibrio e buonsenso. E altrettanto ha ripetuto il capo della Polizia Lamberto Giannini quando ha spiegato: «Stiamo affrontando una popolazione di 60 milioni di persone che da più di un anno è come una molla iper compressa. Il nostro compito è evitare che il rilascio della molla avvenga tutto insieme».
E quindi, vanno rispettate le regole, ma bisogna anche considerare quanto siano stati difficili gli ultimi mesi per gli italiani. «Infatti - chiarisce Girolamo Lacquaniti, portavoce dell'Associazione nazionale funzionari di Polizia - le situazioni vanno analizzate caso per caso. Se sto mangiando fuori e sono sorpreso dall'acquazzone ed entro nel ristorante per ripararmi, è facile immaginare che qualsiasi poliziotto venga a fare un controllo in quel momento, manifesti maggiore tolleranza. È una questione di buonsenso. Ma si tratta di casi veramente emergenziali che vanno valutati in maniera intelligente. Consentire a tutti di far entrare i clienti a mangiare - aggiunge il dirigente - vorrebbe dire discriminare chi è ancora chiuso perché non ha spazi all'esterno. E questo non è possibile».
LE SANZIONI
Nel primo fine settimane di normalità sono state parecchie le sanzioni emesse: 93.096 le persone fermate il primo maggio dalle forze dell'ordine, 1.965 sono state sanzionate, quasi il doppio del giorno prima e 177 denunciate (il 30 aprile erano state 30). Le verifiche contro la diffusione della pandemia hanno riguardato anche 12.960 attività ed esercizi commerciali: 90 titolari sono stati sanzionati, 39 le chiusure. E poi, Lacquaniti lo dice chiaramente: «Non è il momento delle prove di forza. È il momento della prova di coscienza di un popolo. Le forze dell'ordine devono garantire la sicurezza dei cittadini, non controllare i loro movimenti. Non può essere un problema della polizia la socialità di milioni di italiani. Il nostro lavoro è contenere la criminalità che sta facendo affari con la pandemia. Tenere sotto controllo il web, dove l'eversione e anche il terrorismo islamico continuano a cercare di fare proselitismo».
E allora che senso ha dare delle regole se poi non vengono rispettate? Il dirigente cita i festeggiamenti a Milano per lo scudetto dell'Inter. «Sono casi - conclude - in cui la folla si genera spontaneamente e tentare di bloccarla può causare disordini ancora più gravi. In quella piazza, l'altra sera, era pieno di padri con i bambini sulle spalle».