Contratto medici, aumenti di 289 euro al mese per 130mila camici bianchi. Arriva la firma

Nel nuovo contratto siglato dall'Aran anche gli arretrati

Giovedì 28 Settembre 2023
Il nuovo contratto dei medici è appena stato firmato: 289 euro al mese in più per circa 130mila camici bianchi

Firmato dall'Aran - l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni - il nuovo contratto della dirigenza medica e sanitaria che riguarda circa 135mila camici bianchi del Servizio sanitario nazionale (120.063 medici e 14.573 dirigenti sanitari non medici.)

Variante Pirola arriva in Italia, quanto è pericolosa? I sintomi per riconoscerla, la contagiosità e le differenze con Eris

Cosa prevede

Il nuovo contratto prevede un aumento di 289 euro medi al mese per 13 mensilità, e oltre 6mila euro di arretrati pro capite. Le risorse per il contratto ammontano a 618 milioni e tutte le sigle sindacali di settore hanno firmato il documento. 

«​Siamo soddisfatti - commenta il segretario nazionale dell'Anaao Assomed, Pierino Di Silverio - perché, pur muovendoci in un quadro economico e normativo che penalizza la categoria con norme ormai vetuste che ingabbiano e limitano ogni possibilità di manovra, il testo sottoscritto riesce a garantire ai colleghi condizioni di lavoro migliori delle attuali.

Questo è sempre stato il nostro obiettivo e ci siamo riusciti». 

I risultati

«​Abbiamo ottenuto alcuni risultati che possiamo definire storici - prosegue Di Silverio, che spiega: abbiamo sminato il terreno dalle ore regalatè alle aziende; abbiamo assicurato la carriera ai dirigenti; abbiamo assicurato il riposo; abbiamo assicurato il pagamento delle ore extra; abbiamo definito le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn e che grazie al Decreto Calabria potranno godere di diritti mai riconosciuti fino a oggi e non essere più considerati dei tappabuchi; abbiamo, infine, cercato di ricondurre alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari, evitando i medici globetrotter e definendo la sede di lavoro».

«Per quanto riguarda la parte economica - aggiunge -  abbiamo sempre saputo che questo non sarebbe stato un contratto a molti zeri perché lo stanziamento fissato nella finanziaria di due anni erano esigui». Ma, spiega, «abbiamo gettato le basi perché cambi l'idea del nostro lavoro - conclude Di Silverio - e venga visto e vissuto sempre meno come una gabbia professionale. Ora servirà agire per modificare le leggi e uscire da logiche ormai superate».

Ultimo aggiornamento: 17:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci