Papa Francesco ingaggia colosso
americano per sistemare i conti

Giovedì 19 Dicembre 2013 di Franca Giansoldati
Papa Francesco ingaggia colosso americano per sistemare i conti
Le grandi societ di consulenza americane sono di casa in Vaticano. Papa Francesco continua ad ingaggiare colossi internazionali statunitensi per l'auditing finanziario e gestionale, al fine snellire le procedure interne ritenute vetuste e bizantine, oltre che mettere ordine ai conti, aumentare l'efficienza della struttura amministrativa.



La realizzazione delle riforme sembra passare dal lavoro (strapagato) di top manager ed esperti contabili provenienti dalla Promontory Financial Group, la società che da qualche mese sta mettendo ordine nei 19 mila conti correnti dello Ior, la Ernst and Young incaricata di effettuare un lavoro di verifica e consulenza sulle attività economiche e sui processi di gestione amministrativa del Governatorato (dove si coordinano i bandi per la maggior parte degli appalti) e, ultime arrivate, la KPMG, una società di auditing e consulenza fiscale con il compito di “allineare le procedure contabili di tutti i dipartimenti della Santa Sede in modo da rispettare gli standard internazionali”. Infine la MacKinsey che aiuterà Francesco a mettere ordine nel settore della comunicazione, al momento frammentario e dispersivo, avvalendosi della consulenza di questo colosso. L'obiettivo è fare in modo che la comunicazione diventi "più funzionale, efficiente e moderna".



Al momento la Santa Sede dispone di sei diversi dipartimenti per le comunicazioni: un ufficio stampa, un centro televisivo, la Radio Vaticana che trasmette in tutto il mondo, un quotidiano storico, l'Osservatore Romano, un sito internet tra i più cliccati, e infine un Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali che esercita un ruolo più accademico che non politico. Questi organismi godono di una ampia autonomia tanto che spesso non comunicano né cooperano tra loro, anzi, talvolta sembrano persino in competizione. In passato, è successo che un ufficio pubblicasse informazioni importanti senza avvertire gli altri organismi, o addirittura in contraddizione con le notizie precedentemente diffuse. Qualche volta causando imbarazzi se non pasticci. Benedetto XVI si era spesso lamentato di questo ginepraio e avrebbe voluto mettervi mano.



Non ha fatto in tempo e il dossier è passato di conseguenza sul tavolo di Papa Francesco che auspica un coordinamento maggiore. I due gioielli nella comunicazione restano L’Osservatore Romano, il quotidiano principe, che l’editore sta cercando di modernizzare attraverso un sito e un servizio plurilingue, sotto la guida del professor Vian. E la Radio Vaticana, che trasmette in 40 lingue, assorbendo però una grossa parte del bilancio tanto che diversi cardinali continuano ad interrogarsi se vale la pena mantenere in piedi una struttura così dispendiosa come quella. E KPMG è stata scelta da una commissione internazionale composta da sette esperti legali, nominata a luglio dal pontefice per aiutarlo a rivedere il funzionamento della Santa Sede e rimediare agli errori commessi durante il papato di Benedetto XVI.
Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 09:48

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