Incidente Frecce Tricolori, il pilota Oscar del Dò indagato: atto dovuto, i reati di disastro aereo e omicidio colposo

Oggetto dell'inchiesta anche la mancata chiusura della strada

Lunedì 18 Settembre 2023 di Erica Di Blasi
Incidente Frecce Tricolori, perché il pilota Oscar del Dò è indagato? L'atto dovuto, i reati di disastro aereo e omicidio colposo

C'è il primo indagato per la morte della piccola Laura. Si tratta del pilota delle Frecce Tricolori, Oscar Del Dò, che si è eiettato dalla cabina del Pony 4. Prima di lanciarsi fuori ha fatto di tutto per evitare che l'Aermacchi si schiantasse contro le case vicine. La procura di Ivrea gli ha notificato un avviso di garanzia.

 

I reati

I reati ipotizzati sono disastro aereo e omicidio colposo.

L'iscrizione del pilota nel registro degli indagati da parte della Procura di Ivrea è un atto dovuto per gli accertamenti irripetibili che verranno eseguiti nei prossimi giorni. Lui è stato dimesso sabato sera dall'ospedale ed è già stato sentito in procura per spiegare quello che è successo in volo: «Non faccio che pensare a lei, a quella bambina. Sono distrutto», ha detto.

La famiglia

«Cosa ho sbagliato? Cosa potevo fare di diverso?», continua invece a ripetere Paolo Origliasso, 49 anni, papà di Laura. La prima notte senza la sua bambina è stata insonne e tormentata. Ha visto la figlia morire, senza poter far nulla. In un gesto estremo, nel tentativo di sganciare il seggiolino dell'auto, si è ustionato le mani. Appena uscito dall'ospedale, una macchina dei carabinieri lo ha accompagnato al Regina Margherita per assistere l'altro figlio, Andrea, 12 anni, in terapia intensiva. Per lui i medici hanno iniziato ieri mattina a sospendere la sedazione. Ha ustioni sul 30 per cento del corpo. Papà e mamma, assistiti da un team di psicologi, dovranno trovare le parole per spiegargli quello che è successo. «Chiedevo aiuto, ma nessuno ha fatto niente», prosegue Paolo. L'auto ha preso fuoco in un attimo. Nella sua mente ha rivissuto mille volte la terribile scena: la Citroen con a bordo lui, la moglie Veronica, Laura e Andrea. Pochi minuti per arrivare a casa, dopo il pranzo dai nonni e la spesa al supermercato. All'improvviso, la tragedia. «Ho sentito solo un colpo forte»: erano i rottami dell'aereo che colpivano la sua Citroen. L'auto era a gpl: ci è voluto poco perché prendesse fuoco ed esplodesse. «Doveva essere un giorno felice. A pranzo con i nonni. I bambini erano felici», il ricordo. E nemmeno nonna Gianna riesce a darsi pace. Appena ha saputo è corsa lì, vicino a casa sua. «La mia Laura non c'è più. Perché il Signore non ha preso me al posto suo? Perché non c'ero io sulla macchina? Non c'è più la mia Laura, io cosa faccio ancora qui?». Nonna Gianna continua a piangere. Doveva essere una giornata come tante per questa famiglia del Torinese. Veronica e Paolo avevano da poco comprato casa: erano entusiasti. Invece adesso è un viavai dall'ospedale: anche lei è ancora ricoverata.

 

I rilievi

Intanto ieri sono proseguiti i rilievi dei carabinieri nel tratto di strada che collega San Francesco al Campo a Leinì, costeggiando l'aeroporto di Caselle. E proprio il fatto che quella strada sia rimasta aperta in contemporanea alle prove delle Frecce Tricolori sarà uno dei punti dell'indagine della Procura di Ivrea. Ormai lungo le vie di fuga davanti alle piste di decollo e atterraggio di tanti aeroporti in Italia sono state costruite strade, autostrade, sono cresciuti interi quartieri. Così la Runway safety area, l'area di sicurezza delle piste aeroportuali, negli anni si è ridotta. L'aeroporto di Caselle ospita la base di Leonardo: aerei militari decollano e atterrano spesso lì. «È vero - ammette un pilota che conosce bene lo scalo di Caselle -, ma innanzitutto i voli che fanno sia Leonardo che l'Aeronautica Militare sono una cosa ben diversa rispetto a quelli di una manifestazione aerea, con continui bassi passaggi in formazione. I primi usano la pista per decollare ed atterrare, molto raramente per un basso passaggio. I secondi invece usano la pista come riferimento per le loro manovre acrobatiche. Inoltre, nei giorni feriali in cui operano sia Leonardo che l'Aeronautica non c'è alcun motivo per stare a fine pista, tantomeno per passare su una strada locale a bassissima percorrenza. Ben diverso invece l'afflusso di gente che viene attirata proprio dalla manifestazione aerea». La morte della piccola Laura poteva in qualche modo essere evitata? Per chiarire questo nodo, nei prossimi giorni in procura saranno sentiti anche amministratori locali e responsabili dello scalo aeroportuale.

Gli accertamenti paralleli

Intanto l'aeronautica militare ha avviato accertamenti paralleli «a supporto del lavoro della magistratura». Per permettere rilievi e sopralluoghi, l'aeroporto di Caselle è rimasto chiuso fino alla mezzanotte di ieri. Dai primi accertamenti sembra che il guasto al motore sia stato dovuto all'impatto con uno stormo di uccelli. Un problema frequente per i piloti, quanto pericoloso. Sarà presa in analisi anche la manovra effettuata dal maggiore dell'Aeronautica prima di lanciarsi. Anche se dalla prima ricostruzione sembra che abbia fatto davvero di tutto per evitare, con l'aereo ormai fuori controllo, di schiantarsi contro il vicino centro abitato.

 

La consulenza

Importante per le indagini la consulenza tecnica sugli strumenti di bordo, a cominciare dalle registrazioni delle conversazioni tra il pilota e gli altri componenti della pattuglia. Tutti testimoni che verranno sentiti nei prossimi giorni. E non è escluso che la lista degli indagati si allunghi. Non è infatti solo una questione di strade, ma anche di case, forse troppo vicine alla zona aeroportuale. L'inchiesta, dunque, punta a verificare l'intero sistema di sicurezza del "Sandro Pertini", comprese le procedure anti-volatili, sia quando avvengono manifestazioni di volo acrobatico, ma anche quotidianamente, come scalo di aerei di linea.

Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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