Coronavirus, le regole per la Fase 2: sì alla prova vestito, dai parrucchieri uno alla volta

Venerdì 1 Maggio 2020 di Francesco Pacifico
Coronavirus, le regole per la Fase 2: sì alla prova vestito, dai parrucchieri uno alla volta

Nei negozi di abbigliamento sarà consentito provarsi gli abiti. Che non dovrebbero essere sanificati dopo essere stati indossati e non comprati. I ristoranti, invece, non monteranno le barriere in plexiglass tra i diversi coperti di uno stesso tavolo. Detto questo, si mangerà a scacchiera, seduti a distanza di almeno un metro, con i tavolini lontani tra loro. Mentre dal parrucchiere si andrà uno alla volta. Ma chi taglia e acconcia i capelli dovrà indossare una mascherina integrale, simile a quella che usano i medici nelle terapie intensive o i farmacisti.

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Dopo la pubblicazione dell'ultimo Dpcm, con in allegato il protocollo firmato da aziende e sindacati, si delineano le prescrizioni per le riaperture dei negozi nella fase 2. Uno schema che facilita anche il lavoro della Regione, la quale con quattro tra epidemiologi ed esperti di medicina del lavoro (dello Spallanzani, del Gemelli, del Campus biomedico e dell'Inail) sta scrivendo tutte le disposizioni igienico-sanitarie per le attività imprenditoriali. Infatti, gli uffici di via Cristoforo Colombo non dovrebbero emettere nuove ordinanze, ma delle indicazioni, delle linee guida in grado di chiarire le regole imposte dal governo nazionale.

In quest'ottica la stessa Regione dovrebbe rendere note a breve le disposizioni per permettere a ristoranti e bar di preparare pasti e venderli non soltanto consegnandoli a casa, ma anche di commercializzarli attraverso il takeaway: si potrà andare a comprarli direttamente, senza doverli prima ordinare. Unico divieto quello di consumare cibo nei luoghi all'aperto.

IL VERTICE
Si appresta invece a fare un'ordinanza, per gli orari della riapertura dei negozi a Roma, l'assessore al Commercio, Carlo Cafarotti. Che ieri ha visto il suo omologo regionale, Paolo Orneli. Dal Campidoglio dovrebbe arrivare a breve un atto ad hoc per scaglionare gli orari dei negozi della Capitale. Cafarotti avrebbe concordato con Orneli che - per evitare concentrazioni di persone e di automobili in circolazione nella Fase 2 e con il contagio ancora in atto - saranno tre le fasce: la prima dalle 8.30 (alimentari,supermarket, tabaccai), la seconda alle 9.30 (per i negozi di prossimità), l'ultima verso le 11 per l'abbigliamento e i calzaturieri. Sempre il Comune sarebbe pronto ad allungare l'orario di chiusura dopo le 20, ipotesi che continua a non piacere alle associazioni di categoria.

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Intanto Palazzo Senatorio ha approvato la memoria che impegna la giunta ad ampliare del 35 per cento (soprattutto in periferia) le occupazioni di bar e ristoranti su suolo pubblico per tutto il 2020.

La nuova disciplina vale per i negozi che sono già in attività, riduce i tempi di approvazione dell'allargamento, permette di posare le pedane anche sulle strisce blu di parcheggio, impone di rivedere con la Sovrintendenza il catalogo di arredo urbano. Ma soprattutto non comporta il pagamento degli oneri perché la Cosap, l'apposito balzello, viene congelato. Un provvedimento che, però, scontenta qualcuno in maggioranza e le associazioni del commercio: tutto l'iter per la definitiva approvazione potrebbe essere di almeno due mesi. Per velocizzare i tempi il presidente della commissione Commercio, Andrea Coia, starebbe studiando di far passare un testo in Assemblea capitolina, garantendo l'aumento delle Osp anche alle future attività.

Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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