Centinaia di migliaia di controlli e di sanzioni.
Ultimo aggiornamento: 10:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA Nei giorni del lockdown e dell'emergenza Coronavirus, molti italiani hanno squadernato giustificazioni creative per aggirare le norme o sfuggire alle sanzioni: c'è chi ha organizzato party condominiali, chi si è buttato in mare per evitare la multa (l'ha fatto un ciclista a Otranto), chi ha detto di essere stato costretto a uscire perché era stato lasciato dalla fidanzata e doveva a tutti i costi riconquistarla. Ma in questi mesi di reclusione forzata, c'è anche chi è convinto di essere stato multato ingiustamente e che, ora, potrebbe presentare ricorso. I termini processuali sono sospesi fino all’11 maggio, poi sarà possibile, entro 30 giorni, rivolgersi alla Prefettura o al giudice di pace. Anche se si rischia di spendere il doppio in caso di insuccesso – se si paga subito la sanzione verrà scontata del 30%, mentre in caso di respingimento del ricorso l'importo raddoppierebbe – questa soluzione potrebbe essere scelta da molte persone. Perché i dubbi scatenati dai decreti sono stati tantissimi. E molte sanzioni sembrano davvero assurde.
In effetti, spesso multe e sanzioni dipendono dall'interpretazione che sul momento si dà alla norma. Un padre separato che andava a trovare il figlio a casa della ex moglie, per esempio, si è sentito dire da un vigile che si trattava di uno spostamento non consentito: non avrebbe potuto fare semplicemente visita al bimbo, ma avrebbe dovuto spostarlo dalla casa della madre alla propria. In realtà il Viminale ha più volte chiarito che i genitori separati possono andare a trovare i figli minorenni a casa degli ex coniugi. Anche il Governo ha sottolineato che «gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti anche da un Comune all’altro». In questo caso, quindi, il ricorso in caso di sanzione sarebbe giustificato. E ancora: una signora ha postato su Instagram un video dove racconta la sua disavventura: è stata fermata mentre accompagnava la figlia a fare una visita. Erano in macchina, entrambe con la mascherina. Sono state sanzionate tutte e due – 500 euro a testa – e gli agenti hanno spiegato loro che la ragazza si sarebbe dovuta recare da sola a effettuare il controllo medico, magari andando in autobus. In realtà anche in questo caso è stata fatta chiarezza nelle Faq pubblicate dal Governo. Se si deve effettuare uno spostamento giustificato dai motivi previsti dal decreto, ma non si ha la possibilità di disporre di un mezzo privato, è possibile farsi accompagnare da una terza persona. E in questo caso anche lo spostamento dell’accompagnatore risulta giustificato.