Conte: «Sostegno a Draghi non è in discussione». Tra Di Maio e l'ex premier ora sorride Salvini: i numeri della maggioranza dopo la scissione M5s

Ad oggi il partito fondato da Beppe Grillo conta 165 parlamentari, fra 104 deputati e 61 senatori. Vale a dire una trentina in meno della Lega, che ieri è diventata la prima forza in Parlamento

Mercoledì 22 Giugno 2022 di Francesco Malfetano
Conte: «Sostegno a Draghi non è in discussione». Tra Di Maio e l'ex premier ora sorride Salvini: i numeri della maggioranza dopo la scissione M5s

«Il sostegno a Draghi non è messo in discussione… Ieri siamo stati messi molto in difficoltà ma come vedere il nostro appoggio a questo governo non è stato in discussione», dice ai cronisti il leader M5S Giuseppe Conte. Tra l'ex premier, che per ora ha deciso di non sfilarsi dal governo, e Luigi Di Maio chi sorride ora è Matteo Salvini. Sembra strano a dirsi ma, pallottoliere alla mano, chi ne guadagna di più dalla scissione del Movimento 5 stelle è il leader leghista.

Da ieri infatti, quella di via Bellerio è la formazione politica che conta più parlamentari.

Lega prima forza del governo

Con il ministro degli Esteri hanno lasciato il Movimento per passare al nuovo gruppo “Insieme per il futuro” ben 50 deputati e 11 senatori. Viene quindi pesantamente intaccata la maggioranza relativa ottenuta dai grillini alle urne del 2018 (e già calata drasticamente durante la legislatura). Ad oggi il partito fondato da Beppe Grillo conta 165 parlamentari, fra 104 deputati e 61 senatori. Vale a dire una trentina in meno della Lega, che ieri è diventata la prima forza in Parlamento con 193 parlamentari, di cui 132 deputati e 61 senatori. Al terzo posto è invece rimasta Forza Italia con 134 parlamentari, seguita a poca distanza dal Partito Democratico con 132.

La scissione e gli effetti sul Parlamento

In altri termini la scissione guidata da Di Maio ha cambiato la fisionomia del Parlamento. E anche se il governo ha già escluso la possibilità che si possa arrivare ad un rimpasto - sia che il Movimento, come dice, resti nella maggioranza, sia che se ne tiri fuori - vale la pena notare che a cambiare è stata anche la struttura dell'esecutivo. I 5 stelle hanno infatti perso quello che era il loro principale referente all'interno del governo, Di Maio, e diversi altri viceministri e sottosegretari: Pierpaolo Sileri alla Salute, Laura Castelli all'Economia, Manlio Di Stefano agli Esteri, Anna Macina alla Giustizia e Dalila Nesci alla Coesione territoriale. Inevitabilmente quindi, considerando gli appena 61 parlamentari, Insieme per il futuro è sovrarappresentato nel Consiglio dei ministri. Specie se si considera che allo stato attuale la Lega oggi esprime appena 3 ministri su 24. Come detto però, palazzo Chigi ha già resto evidente a tutti la propria indisponibilità a favorire un rimpasto. Per cui - salvo nuovi strappi considerati più probabili alla fine dell'anno - la compagine di governo che arriverà alla fine della legislatura nel 2023 dovrebbe essere la stessa. Peraltro, senza riporre il pallottoliere, anche qualora il Movimento decidesse di sfilarsi per non restare al governo con il nemico Di Maio, la maggioranza potrebbe continuare serenamente la propria corsa. 

Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 00:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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