Di Maio lascia M5s, Conte dimezzato non è più prima forza. Il de profundis di Grillo

Il comico in un post mette la foto di un'ameba, poi cita Steve Jobs: «Disse agli studenti: verrete spazzati via»

Mercoledì 22 Giugno 2022 di Mario Ajello
Conte dimezzato non è più prima forza. Il de profundis di Grillo

Draghi è più forte. Conte e Grillo sono più deboli.

Il premier incassa la nascita del primo nucleo parlamentare dichiaratamente sostenitore dell'Agenda Draghi, quello dimaiano, e allo stesso tempo vede ridursi le truppe dei malpancisti di Conte («le mosche tze tze», li chiamano i democrat) e registra l'ennesima «figuraccia» - così la chiamano tutti - dell'ex avvocato del popolo incapace di rompere e di dare l'assalto al governo e costretto a innescare la retromarcia automatica e prevedibilissima.

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«M'hanno rimasto solo sti quattro cornuti», potrebbe inveire Conte (citando L'audace colpo dei soliti ignoti) riferendosi sia a Salvini, che promette sempre fuoco e fiamme e poi si allinea docilmente a Draghi (altro che Papeete bis!), sia a Di Maio che s'è fatto il suo partito con una velocità, una determinazione e una spietatezza che il leader M5S non aveva previsto e così ha blindato Draghi. I fedelissimi dell'ex premier, tutti contenti perché senza i dimaiani ci sono più posti disponibili nelle liste elettorali, non fanno che dirgli: «Giuseppe, no problem. Di Maio farà, con la sua scissione, la fine di Fini e di Alfano. Va a sbattere il muso». Conte però non condivide fino in fondo questo entusiasmo, anche se pubblicamente fa il duro. Ha perso Giuseppi in questa giornata campale. E ha perso pure Beppe però. Il quale ha dovuto constatare che la sua creatura politica, dopo tanti anni di successi, è arrivata alla fine. E non per colpa di Di Maio ma anche a causa di un leader «senza capacità organizzativa né visione politica» (proverbiale stroncatura di Grillo su Conte). E infatti, il post anti-Di Maio di Grillo non è affatto un post filo- Conte. Ma la constatazione del passato di un'illusione. L'uscita di Grillo ha fatto precipitare tutto. Ovvero ha spinto Di Maio a strappare. Come Crono che divora i suoi figli, l'Elevato, il Garante, il Barbapapà ha visto che le sue creature si scannavano ed è entrato a gamba tesa con tre colpi molto forti.


I TRE COLPI
Il primo contro tutti: siamo delle amebe ormai, non più grilli fritti e scoppiettanti, e dice questo il Fondatore ricorrendo a una immagine scientifica. Quella del Dictyostelium. «Beppe, che stai a di?», vorrebbero chiedergli gli stellati appena arriva sui loro smartphone questa strana parola seguita dal post ancora più criptico ma in realtà molto chiaro. Il Dictyostelium, s'informano tutti appena vedono lo strano fonema, è il sistema delle amebe che si auto-riproducono in maniera asessuata creando altre amebe su amebe, invertebrate e smidollate. Ossia, secondo Beppe, i grillini oggi. Ma lui dice ancora di più scagliandosi, secondo colpo tremendo, addosso a Di Maio: «Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà». Di Maio accoglie l'invito alla chiarezza, e strappa. Ma c'è di più e di peggio nel post che fa precipitare tutto. C'è la dichiarazione di morte di M5S. Il de profundis. «Siamo tutti qui per andarcene, comunque, ma possiamo scegliere di lasciare una foresta rigenerata o pietrificata». Demolisce e si auto-demolisce l'Elevato, e questo sembra un canto del Grillo. Che cita Steve Jobs: «Disse agli studenti: oggi siete giovani, ma diventerete vecchi e verrete spazzati via». Perciò c'è chi sostiene che Beppe, in tanto crepuscolo, possa rinunciare a venire a Roma domani rischiando di comparire come l'Ameba Beppe.
 

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