Aldrovandi, sindacato di polizia scrive
a Napolitano: «Non siamo indegni»

Sabato 3 Maggio 2014 di Valentina Errante
Aldrovandi, sindacato di polizia scrive a Napolitano: «Non siamo indegni»
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La lettera arriva quando la tempesta non finita. Dopo le feroci polemiche per quell’applauso destinato ai poliziotti responsabili della morte di Federico Aldrovandi e, soprattutto, dopo la condanna da parte di tutte le massime cariche dello Stato, Gianni Tonelli, segretario del Sap, si rivolge direttamente a Giorgio Napolitano.



Al Presidente fornisce la sua versione dei fatti, mentre la spaccatura all’interno delle forze dell’ordine è evidente e il segretario rischia l’isolamento anche nel suo sindacato. Tonelli racconta un’altra storia, sostiene che le immagini siano state «taroccate», che bugie e malafede abbiano determinato un fraintendimento. Così manda al presidente il dvd del congresso: «A lei valutare se il nostro comportamento, a seguito della presente, risulti ancora indegno e inaccettabile o meritevole di riabilitazione». Neppure una parola per Patrizia Moretti, mamma di Federico: «L’applauso dell’assemblea dei congressisti Sap - scrive - non è in alcun modo riconducibile alla tragica morte del giovane Federico Aldrovandi e al dolore della famiglia, verso la quale nutriamo sinceri sentimenti di deferente rispetto».



LA LETTERA

Quattro pagine per difendere se stesso e il sindacato davanti a Napolitano. Poi, Tonelli conclude: «Con deferenza, mi permetto di segnalarle che intendo servire il mio Paese, nella piena legalità e secondo i miei liberi convincimenti e se per esercitare tale libertà, costituzionalmente garantita, verrò chiamato a pagare il pesante tributo dell'infamia istituzionale, con amarezza, sono pronto a tale sacrificio. Mi sia solamente consentito di rilevare che il nostro amato Paese è proprio un soggetto ”strano”, ricco di contraddizioni, bizzarrie ed estrosità. Un applauso, frutto delle migliori intenzioni di alcuni poliziotti, viene sanzionato con una ”raffica distruttrice di bordate infamanti” mentre, per contro, portiamo in Parlamento i terroristi condannati per aver cagionato la morte di poliziotti, riabilitiamo mafiosi e delinquenti oltre a dilettarci nel giustificare ogni devianza che ci ”capita a tiro”».



LA DIFESA

Quell’applauso, a detta di Tonelli, era destinato al progetto del Sap ”verità e giustizia” per l’assunzione di misure che impediscano violenze o errori giudiziari, durante e dopo le manifestazioni. Erano stati elencati episodi relativi a poliziotti ingiustamente accusati, tra questi «il caso Aldrovandi». Spiega: «Ai colleghi coinvolti in quest’ultima vicenda, presenti al congresso e visibilmente commossi dal clima marcatamente emozionale che la disamina del nostro progetto e delle nostre idee ha generato, è andata una parte degli applausi, non certamente quali eroi, come qualcuno strumentalmente ha tentato di veicolare, ma nella loro qualità di poliziotti che, a causa del servizio prestato alla collettività, si sono trovati a patire infinite tribolazioni che non hanno trovato ancora termine conseguenti ad una sentenza di condanna per un reato colposo sulla quale nutriamo, legittimamente, alcune riserve».
Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 11:19

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