Conte convoca Salvini e Di Maio: voto congelato fino al vertice

Martedì 6 Novembre 2018 di Marco Conti
Conte convoca Salvini e Di Maio: voto congelato fino al vertice
«Senza la riforma sulla prescrizione è meglio far attendere il voto di fiducia sul decreto sicurezza», prometteva ieri sera di ribadire al presidente del Consiglio il ministro Guardasigilli Alfonso Bonafede. Stamane, in attesa del rientro dei suoi due vice, Di Maio è in Cina e Salvini in Ghana, toccherà a Conte cercare di smorzare le polemiche.
Meno di cinque mesi di governo sono comunque bastati a convincere Conte che all'estero si sta meglio che a palazzo Chigi. Impegnato in Algeria, il presidente del Consiglio ieri mattina è dovuto intervenire per cercare di dare una direzione unitaria allo scontro in corso tra M5S e Lega sulla prescrizione.

Prescrizione, lo scontro potrebbe far slittare la fiduicia sulla sicurezza

Una tensione che alla Camera si è tradotta in un vero e proprio scontro tra alleati durante la riunione congiunta delle commissioni Affari costituzionali e Giustizia. Un braccio di ferro che i grillini hanno tentato di superare cambiando il titolo all'emendamento che inserisce l'annullamento della prescrizione e così al ddl. La mossa del cavallo rischia però di non reggere e di diventare anzi una grana in più per il presidente della Camera Roberto Fico che stamane riunirà l'ufficio di presidenza di Montecitorio. Per superare l'inammissibilità dell'emendamento sulla prescrizione Francesca Businarolo, relatrice del provvedimento sull'anticorruzione, ha di fatto allargato l'argomento del ddl che però a Montecitorio è arrivato come decreto. Malgrado lo scetticismo sulla mossa semantica dell'alleato alla Lega interessa che l'argomento prescrizione venga articolato meglio e non con un semplice emendamento.

OSTAGGIO
Resta il fatto che la mossa, in attesa del giudizio che oggi darà la presidente della commissione Giustizia Giulia Sarti, consente alla maggioranza di prender tempo in attesa del vertice di maggioranza che si terrà a palazzo Chigi e che potrebbe esserci in serata.
Nel frattempo resta però in stand by anche il ddl Sicurezza sul quale il governo non ha ancora chiesto il voto di fiducia anche se Di Maio lo ha annunciato per sterilizzare la fronda interna ed evitare che Salvini incassi il via libera sul testo grazie anche ai voti di FdI e FI. Nella Lega nessuno dubita sul via libera alla fiducia, ma i Cinquestelle lo tengono di fatto in ostaggio aspettando il nulla osta dell'alleato sulla prescrizione. Per ora la soluzione sembra lontana, come conferma lo slittamento della riunione delle Commissioni, anche se ieri sera Matteo Salvini, per non passare da difensore di corrotti e mafiosi, ha detto di voler rispettare il contratto di governo, senza però che «i processi possano durare all'infinito anche per gli innocenti». I dubbi del Carroccio sono proprio su questo punto. Ovvero c'è il rischio che senza data certa i processi possano diluirsi in un tempo senza fine. Proprio come invece sostiene la corrente della magistratura che fa capo a Piercamillo Davigo che ieri il grillino Francesco Forciniti ha citato nel suo intervento a difesa dell'emendamento Businarolo.

Cambio del titolo al decreto e «argomenti d'autorità», quelli di Davigo - citati da Forciniti - che occorrerà vedere se saranno in grado di convincere il premier e avvocato Conte a quella che l'azzurro Francesco Paolo Sisto e il Pd Stefano Ceccanti definiscono invece come «ridicole forzature». Ieri sera i tecnici di M5S e Lega si sono incontrati di nuovo per cercare un'intesa. Il rischio per la maggioranza è infatti quello di dover attendere l'incontro tra Di Maio e Salvini. Ma nel pomeriggio di oggi si dovrebbero cominciare a votare gli emendamenti in Commissione, e senza intesa la maggioranza rischia l'implosione. La Lega vorrebbe lo stralcio dell'emendamento e la formulazione di un testo organico da fare viaggiare a parte. Ma ieri sera la Lega si è seduta al tavolo della trattativa accettando l'ampliamento del decreto che così diventerà un ddl anticorruzione e modifiche alla prescrizione. I grillini non intendono infatti mollare e concedere altro vantaggio alla Lega concedendogli il via libera al decreto sicurezza senza aver incassato l'azzeramento della prescrizione dopo il primo grado di processo. Tutto senza tener conto che quasi il 70% dei processi di prescrive nella fase delle indagini.
 
Ultimo aggiornamento: 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci