Crac banche, Renzi: sciacallaggio
politico. E oggi vedrà i risparmiatori

Domenica 13 Dicembre 2015 di Marco Conti
Matteo Renzi alla Leopolda
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FIRENZE Sul palco della Leopolda Matteo Renzi sale oggi all'ora di pranzo, dopo l'intervento del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e dopo aver incontrato una delegazione dei risparmiatori ingannati dalla quattro banche fallite che manifesteranno davanti l'ex stazione ferroviaria. La tre giorni si chiude con le proteste di piazza. Una consuetudine di tutte e sei le edizioni, ma stavolta la questione è seria.

I bond venduti a piccoli investitori ormai sul lastrico, somigliano alla faccenda degli esodati con numeri che crescono di giorno in giorno rendendo insufficiente lo stanziamento di cento milioni deciso da via XX Settembre. L'accusa di conflitto d'interessi, e la richiesta di dimissioni del ministro Maria Elena Boschi sollecitata dallo scrittore Roberto Saviano, ha complicato la giornata del presidente del Consiglio che, dopo un tira e molla con i suoi collaboratori, sceglie la via del silenzio per sé e i suoi ministri.

SILENZIO
Non una parola da parte della stessa Boschi in difesa dell'operato del governo, del padre e del fratello, che con diversi ruoli hanno lavorato in Banca Etruria. Non una sillaba in pubblico da parte di Renzi che resta convinto si tratti di un'operazione di «sciacallaggio» politico che rischia di mettere in difficoltà l'intero sistema creditizio che si poggia sulla fiducia dei risparmiatori. «Io non devo giustificare nulla - è sbottato il premier con i suoi - abbiamo salvato i posti di lavoro e i risparmiatori, non i vertici». Alla polemica aperta da Saviano il governo pensa quindi di replicare con atti che permettano la più ampia tutela dei risparmiatori, seppur nel rispetto delle regole europee. «La polemica serve a nascondere ciò che sta accadendo alla Leopolda e le misure contenute nella legge di stabilità», sostengono i ministri che si alternano sul palco.

I TESTIMONIAL
Renzi il microfono lo prende per pochi minuti e solo per presentare Anna Maria Leonardi, giovane candidata sindaco di Platì - comune sciolto per mafia per la seconda volta - che sostiene di appartenere al partito di coloro che vogliono provarci. Insieme al trittico di giovani che da dietro un tavolo presentano gli ospiti, la Leonardi rappresenta per Renzi la conferma che lo spirito della Leopolda non cambia e che lo scouting di giovani promesse continua. Volti e idee nuove. A queste ultime dovrebbe contribuire il think-tank "Volta" che Renzi affida in pubblico a Giuliano da Empoli, ex assessore alla cultura a Firenze ed ex consigliere di palazzo Chigi. In attesa di facce nuove, sul palco parlano per cinque minuti - in una sorta di question-time - tutti i ministri. «Idee, progetti, proposte. Questa è la sesta Leopolda. Impossibile giudicare senza vedere i volti di chi la rende viva», rivendica in serata il premier via Twitter. Sul palco della stazione, che resta piena come un uovo per tutta la giornata, sale anche il magistrato napoletano Giovanni Corona. Toga contro toga, visto che la città di Napoli è guidata da de Magistris e Corona potrebbe prendere parte alle primarie del Pd in vista delle amministrative.

PARTITO DELLA LEGALITÀ
«Siamo il partito della legalità», ribatte Renzi dal palco. Il premier non accetta lezioni da Saviano e non ha nessuna intenzione di far finire sotto processo il governo. Oggi toccherà al ministro Padoan spiegare dal palco cosa intende fare il governo per venire incontro ai risparmiatori truffati, mentre Renzi si riserva di rilanciare la riforma del credito e di attaccare le opposizioni e l'Europa che, anche in questa faccenda, avrebbe dimostrato il solito «miope rigore». La Leopolda di governo spegne le luci della seconda giornata mentre le note di Azzurro intonate nel pomeriggio tornano a risuonare nella platea ancora zeppa di ministri e parlamentari.
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