Gheddafi a Roma dopo rinvii e anticipi
«L'Islam diventi la religione dell'Europa»

Domenica 29 Agosto 2010
Gheddafi con Frattini a Ciampino
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ROMA (29 agosto) - E' arrivato a Roma alle 13.15 all'aeroporto militare di Ciampino, dopo diversi cambi di programma, l'Airbus A340 dell'Afriqyiah Airlines con a bordo il leader libico Muammar Gheddafi, alla sua quarta visita in Italia in occasione del secondo anniversario del Trattato di amicizia italo-libico.

L'arrivo a Roma era stato inizialmente annunciato per questa sera, poi anticipato a ieri e infine fissato per oggi a mezzogiorno. Poi, l'ultimo slittamento. Ad accogliere Gheddafi il ministro degli Esteri Franco Frattini e l'ambasciatore libico in Italia, Abdelhafad Gaddur.

«L'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa». Lo ha detto il leader libico, Muammar Gheddafi incontrando a Roma centinaia di ragazze per impartire loro lezioni di Corano. A raccontarlo è stata una delle giovani hostess, Erika, di Roma, uscendo dall'Accademia libica dove si sta svolgendo l'evento.

Borghezio: parole pericolosissime su Islam. «Nelle parole di Gheddafi traspare in tutta la sua pericolosità un progetto di islamizzazione dell'Europa che noi per primi abbiamo denunciato. Le nostre autorità devono avere bene in testa che un conto è il realismo politico che può rendere utile fare accordi limitandoli a punti specifici come l'immigrazione, ma sempre tenendo bene in conto il grado di affidabilità e di lealtà quando si ha a che fare con chi ha come filosofia quella del mercante di tappeti». È quanto afferma Mario Borghezio europarlamentare della Lega.

Giovanardi: libero credo per tutti. «Una battuta riferita e pronunciata in una riunione privata lascia il tempo che trova e non turba per nulla i rapporti tra i due paesi». commenta Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla famiglia. «È sacrosanto diritto di chiunque sia veramente credente , cattolico o musulmano - aggiunge - di immaginare che il mondo possa diventare nel tempo come lo si vorrebbe. È importante che questa istanza sia nella piena libertà di religione di chiunque, senza imposizioni».

«Ritengo necessario che, al termine del vertice Italo libico, il presidente del consiglio riferisca in Parlamento in merito agli esiti dell'incontro». Lo afferma la deputata del Pd Livia Turco, capogruppo in commissione Affari sociali della Camera. «I vertici internazionali, lo sappiamo, costituiscono sempre un momento importante a patto, però, che al centro - dice Turco - vi siano gli interessi del Paese e non servano esclusivamente per qualche interesse particolare. La presenza del leader libico poi, siamo convinti, stimolerà il governo a porre anche l'importante questione dei diritti dei migranti, tema su cui non esiste possibilità di baratto alcuno».

«Non sono il portavoce di Gheddafi, ma Borghezio può stare tranquillo: la comunità islamica italiana non cerca l'islamizzazione, ma la convivenza pacifica». Lo sottolinea il presidente dell'Ucoii, Izzedin Elzir, in merito all'auspicio del leader libico secondo cui l'Islam dovrebbe diventare la religione di tutta l'Europa. E anche la comunità musulmana in Europa, osserva ancora il presidente dell'Unione delle Comunità islamiche in Italia con l'esplicito intento di «tranquillizzare», «ha altro da fare al suo interno» che non islamizzare il continente.

Sono circa 534 le hostess reclutate (tra le quali 47 ragazzi) dall'agenzia Hostessweb per attendere Gheddafi all'Accademia libica, nei pressi della residenza dell'ambasciatore della Libia, dove il leader della Rivoluzione alloggerà con la sua inseparabile tenda durante la permanenza a Roma. Eleganti, multietniche, alcune vestite anche con il caratteristico velo islamico, le hostess si sono raggruppate all'Accademia libica intorno alle 12.30. Grande riserbo sul programma a loro assegnato in vista dell'arrivo di Gheddafi. «Ci hanno dato pochissime istruzioni» ha ammesso una delle ragazze, mentre nessuna informazione è trapelata dalle coordinatrice dell'agenzia di hostess. Una parte delle ragazze ha però raccontato di essere già stata nella residenza dell'ambasciatore libico per incontrare il colonnello, quando nel novembre scorso Gheddafi, per due serate consecutive, ospitò circa 150 ragazze della medesima agenzia. Alcune, invece, hanno precisato che per loro si tratta dell'esordio davanti al leader libico. Tutte, comunque, sono arrivate indossando vestiti eleganti e non troppo scollati. Tra di loro anche alcune ragazze di colore e mediorientali.

Gheddafi è arrivato alla residenza dell'ambasciatore libico in Italia Abdulhafed Gaddur, in zona Cassia, dove stavolta è stata piantata la sua inseparabile tenda e dove sarà ospitato durante i due giorni di visita a Roma. Preceduto da uno stuolo di auto della polizia e delle guardie del corpo, il colonnello è passato davanti all'Accademia libica - poco distante dalla residenza dell'ambasciatore - nella sua tradizionale limousine bianca. Sorridente, dall'interno della macchina ha fatto un cenno di saluto ai giornalisti che lo attendevano.

La crisi in Libia non deve essere affatto arrivata: per la visita di Muammar Gheddafi sono stati infatti mobilitati ben quattro aerei, due arrivati allo scalo militare di Ciampino e ad altri due dirottatì su Fiumicino. Il colonnello è giunto a Ciampino a bordo di un Airbus A340 della compagnia libica Afriqyiah, con al seguito un altro aereo della stessa compagnia, che si è fermato qualche centinaio di metri indietro e dal quale è discesa una foltissima delegazione. Dall'aereo di Gheddafi invece, subito dopo l'uscita del leader, sono stati fatti sbarcare numerosi abiti tradizionali e mantelli arabi, come quelli che indossava lo stesso Gheddafi.

Quasi contemporaneamente all'arrivo del colonnello, ha toccato la pista di Fiumicino il primo dei due aerei speciali con a bordo 14 dei trenta cavalli berberi che si esibiranno domani sera alla caserma Salvo D'Acquisto, a Tor di Quinto. Stavolta il velivolo era dell'Air Libya: subito dopo l'atterraggio è stato fato fermare in una piazzola di sosta decentrata, nel settore riservato all'area merci dello scalo romano. Qui i cavalli sono stati fatti sbarcare dalla stiva dell'aereo e, dopo il controllo della documentazione che li accompagna da parte dell'ufficio veterinario del Leonardo Da Vinci, trasferiti su appositi automezzi dei carabinieri adibiti al trasporto dei cavalli per lo spostamento dall'aeroporto romano fino a Tor di Quinto. Anche per ragioni di sicurezza, le operazioni di arrivo e sbarco degli animali sono avvenute con estrema riservatezza, lontano dalle normali attività aeroportuali. Il secondo gruppo dei cavalli berberi è atteso sempre a Fiumicino nel tardo pomeriggio, a bordo del quarto aereo mobilitato per la visita.

Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 23:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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