Della Valle: «Ho incontrato cinque
ministri, due bravi e tre deficienti»

Sabato 7 Giugno 2014
Diego Della Valle
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Diego della Valle ha incontrato cinque ministri, di cui due bravi e tre emeriti deficienti. L'imprenditore marchigiano, padrone del gruppo che produce le scarpe Tod's lo ha detto, tra le risate del pubblico, durante un evento di Panorama d'Italia ad Ancona. Incalzato dagli intervistatori Giorgio Mulè e Alfonso Signorini si è però rifiutato di fare nomi.



Poi della Valle ha parlato di Rcs, la società editrice del Corier edella sera, di cui è azionista. Rcs è come il film «Mission impossible: ci vorrebbe Tom Cruise come amministratore delegato», ha detto. «Viene usata come un punching ball. Sembra che non abbia un vero proprietario - ha aggiunto - ma qualche azionista di riferimento come Mediobanca (che si sta disimpegnando dall'editoria come aveva detto) e Fiat, che invece non lo ha fatto».



«Noi vogliamo una casa editrice efficiente - ha spiegato poi -. Oggi non ha una strada, sembra un po' smarrita» e ha «una classe dirigente arzilla e un po' invecchiata». «Non può essere un'azienda che la mattina ascolta ancora Bazoli - ha insistito il patron di Tod's -, che ha ciurlato nel manico per anni, macinando centinaia di milioni di lire a spese nostre. Ora si tratta di ripartire: è un'azienda che rappresenta un pezzo di cultura italiana. Servono proprietari che stiano indietro e un management

efficiente».



De profundis poi dell'impreditore marchigino per il giornale cartaceo. «Il business model dell'editoria su carta che vediamo oggi è finito - ha detto oggi - c'è una forte transizione e la rete prenderà il sopravvento». Anzi, l'ha già preso: «Il giornale cartaceo resta un punto di riferimento per gente della mia generazione e per i nostri coetanei della classe

dirigente. Oggi i giovani, compresi i nostri governanti, si rivolgono a Internet».



Come cittadino, Della Valle, non darà «un credito illimitato al nuovo Governo» e attende di vedere risultati «entro l'estate», ma nota una «differenza estetica e generazionale». «Il vecchio establishment è fuori - ha sottolineato - negli scandali di questi giorni non è coinvolto nessun trentenne, nessun appartenente a quel mondo di "tutti amici" che hanno agito per cooptazione per 30 anni». E ha sottolineato di non essere stato «abbagliato» dal Governo Monti. «Monti è stato utile per non fare tracimare il Paese, il primo pezzetto l'ha fatto bene. Oggi ha perso credibilità qui, ma non all'estero».



«Il mondo delle belle arti è complicato, ci sono professori un po' della mutua che sostengono che gli interventi li deve fare lo Stato, il quale poi non li fa». Della Valle ha sintetizzato così la sua esperienza di sponsorizzazione del Colosseo. Un'operazione senza ricadute commerciali - ha insistito - fatta «dalla mia famiglia perché siamo orgogliosi di essere italiani». Le polemiche «ci hanno fatto perdere tre anni - ha aggiunto - e un partner interessato a intervenire su Pompei si è tirato indietro». Eppure mister Tod's è convinto che la ripresa partirà dal turismo culturale, «gli stranieri vengono qui per vedere le nostre bellezze, e poi bisogna farli mangiare e dormire. Ci vorrebbe uno sportello unico per gli imprenditori interessati a investire in questo settore».



«Antesignano della cultura della restituzione al territorio» di parte dei profitti aziendali, Della Valle ha rilanciato poi il progetto di coniugare «solidarietà e competitività». Due concetti - ha detto - che «debbono andare insieme». E che sono alla base di un progetto che il presidente della Tod's intende presentare ai colleghi, ma anche a Confindustria e alle altre associazioni di categoria. «Li chiamerò a raccolta - ha annunciato -, attendo risposte nel giro di pochi mesi». Il gruppo Tod's destina circa l'1% degli utili a iniziative di solidarietà. A Casette d'Ete, la frazione di Sant'Elpidio a Mare (Fermo), «patria» della famiglia e dell'azienda, i della Valle hanno promosso la realizzazione di una scuola e di un centro sociale, mentre altre iniziative sono andate a favore della famiglie in difficoltà. «Se tutti gli imprenditori facessero come noi, una parte dei problemi dell'Italia sarebbero risolti, perché le famiglie non possono aspettare i tempi della politica». Per altro «non sono l'unico a farlo». E lo stesso Della Valle ha citato un altro imprenditore, per lui figura di riferimento: Vittorio Merloni, per anni a capo di Indesit Company ed ex presidente di Confindustria.



«Sbagliato fare subito un gesto muscolare, tanto più se poi si fa marcia indietro». È l'opinione di Della Valle sullo sciopero della Rai. Il patron della Tod's ha ammesso di non essere molto informato sulla vicenda: «Ero all'estero. La Rai ha la stessa sindrome di Rcs, non si capisce chi sia la proprietà. Ma se viene dato un indirizzo, poi bisogna seguirlo».



Sull'Expo, Diego Della Valle spera «che cambi la marcia. Pensate che danno è stato fatto alla nostra immagine agli occhi degli investitori». Commentando l'inchiesta di Milano, ma anche quella sul Mose a Venezia, il patron di Tod's ha sottolineato che l'Italia «non è solo un Paese di tangentari con alla guida dei bravi ladri».



Il padrone della Pods' infine parla anche di calcio. Nessuna polemica per l'esclusione dell'attaccante della Fiorentina Giuseppe Rossi dalla nazionale di calcio per i mondiali in Brasile. «Questa domanda avreste dovuto farla a mio fratello Andrea (presidente della Fiorentina, ndr) - ha detto oggi -. Al ct Prandelli l'onore e l'onere di gestire la nazionale. Rossi è un ottimo giocatore, di grande generosità ed era pronto a partire».



Della Valle ha poi raccontato che «è uno stress seguire le partite della Fiorentina, seduto tra mio fratello Andrea e Renzi». «Loro - ha detto - sono due esagitati. Io sto fermo, ma la mia temperatura corporea sale».



«Conta più l'atteggiamento di un calciatore in campo che le prediche di 100 professoresse e mille mamme», ha concluso.
Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 17:49

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