De Girolamo, pressing Pd per
le dimissioni. Depositati nuovi atti

Martedì 14 Gennaio 2014
Nunzia De Girolamo
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ROMA - Mentre il ministro delle politiche agricole Nunzia De Girolamo, in questi giorni nella bufera per il caso della Asl di Benevento, prosegue nell'attivit del dicastero , nell'udienza al Riesame sulla richiesta di revoca dell'obbligo di dimora di Felice Pisapia, direttore amministrativo dell'Asl, sono stati depositati nuovi atti sia dal legale dell'indagato, tra cui trascrizioni di conversazioni registrate di nascosto da Pisapia durante colloqui con la De Girolamo, sia dal pm.

L'inchiesta e le intercettazioni. Nelle precedenti registrazioni effettuate da Pisapia emergono le presunte pressioni esercitate dall'esponente del Nuovo centro destra per l'assegnazione di appalti e nomine. De Girolamo non è indagata. L'inchiesta è condotta dalla Procura di Benevento.

Pressing Pd per le dimissioni. La tensione è alle stelle così come il malumore diffuso dentro il Partito Democratico. In molti, sia renziani che non, continuano a chiedere che il ministro chiarisca in Aula la vicenda. Tant'è che alcuni di loro (Ansaldi, Oliverio e Taricco) hanno depositato un'interpellanza urgente per chiedere dei chiarimenti alla titolare dell'Agricoltura che potrebbe essere in Aula alla Camera già venerdì. «Ascolteremo con grande attenzione cosà dirà», fa sapere Gianni Cuperlo, presidente dell'assemblea dem. Sul caso è intervenuto anche Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, lettiano doc e compagno di vita della Girolamo: «Chi sbaglia paga sempre nella vita. Ma chi sbaglia io lo faccio decidere alla magistratura, non lo decido io».

L'intervento del Garante. Il Garante per la privacy «segue con attenzione gli sviluppi della vicenda» De Girolamo, ma ricorda che spetta alla magistratura valutare la rilevanza penale della pubblicazione della conversazione al centro del caso e al Parlamento garantire una «maggiore tutela» del diritto alla riservatezza, eventualmente anche varando una norma che vieti la registrazione di conversazioni da parte di uno degli interlocutori. «Il dibattito, sviluppatosi a partire dalla vicenda che coinvolge il ministro Nunzia De Girolamo - sottolinea il Garante privacy in una nota - tocca questioni più volte poste dal Garante all'attenzione di Governo e Parlamento. Anche in occasione della scorsa Relazione annuale, si è infatti sottolineata l'esigenza di coniugare al punto più alto diritto di cronaca e dignità della persona, evitando quel giornalismo di trascrizione che spesso finisce per violare gravemente la vita privata delle persone, in modo a volte irreparabile. In questa prospettiva, l'Autorità sta, da un lato, promuovendo un'ampia riflessione sull'aggiornamento del Codice dei giornalisti e, dall'altro, vigila costantemente sul rispetto del necessario bilanciamento tra libertà di stampa e diritto alla riservatezza.

Con riferimento al caso di specie, in particolare, pur non essendo stato formalmente richiesto di un intervento dai soggetti coinvolti, il Garante segue con attenzione gli sviluppi della vicenda e pertanto, anche a seguito delle sollecitazioni ricevute dal Ministro Gaetano Quagliariello, ritiene di dover chiarire, allo stato, alcuni aspetti». «In primo luogo, da quanto può evincersi dalle notizie di stampa, la conversazione pubblicata - rileva l'organismo di garanzia - sembrerebbe essere stata registrata da uno degli interlocutori e la rilevanza penale di tale condotta - che sembrerebbe peraltro da escludersi - non è ovviamente oggetto di sindacato da parte di questa Autorità. Come spetta, del resto, alla magistratura e non certo al Garante la valutazione della rilevanza, liceità e quindi ammissibilità dei mezzi di prova prodotti in giudizio, anche qualora contengano, come in questo caso, dati personali. Ed è parimenti riservata al giudice la valutazione della eventuale rilevanza penale (in termini di violazione del segreto investigativo o di pubblicazione arbitraria) della pubblicazione di atti del procedimento. Al Garante è assegnato un compito diverso, ma non meno importante per una società democratica: la vigilanza - anche in ordine a notizie caratterizzate da interesse pubblico - sul rispetto del principio di essenzialità dell'informazione, quale presupposto fondamentale del corretto bilanciamento tra dignità della persona e diritto di cronaca». «Va peraltro rilevato che il diritto alla riservatezza ben potrebbe ricevere maggiore tutela - anche in relazione a ipotesi quali quelle in esame - in virtù di idonee fattispecie che il Parlamento dovesse, eventualmente, ritenere di introdurre nell'ordinamento», conclude la nota.

Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 08:17

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