Nastro audio trasmesso in tv, spunta
l'ipotesi di un mercato delle bobine

Venerdì 17 Gennaio 2014
Felice Pisapia, l'ex direttore amministrativo della Asl di Benevento
dal nostro inviato

Cristiana Mangani

BENEVENTO - Non soltanto la smania per la registrazione di una persona che si sentiva accerchiata, perch nell’inchiesta su appalti e affari nella sanit beneventana c’ molto altro.

C'è una guerra politica tra schieramenti, una battaglia all’ultimo interesse, e soprattutto un mercato dei ricatti che sta rischiando di trascinare nel fango mezza provincia. Il ministro Nunzia De Girolamo se ne dice vittima inconsapevole, e oggi spiegherà alla Camera come e perché sia stata coinvolta in questa vicenda, e quale «complotto» sia stato ordito ai suoi danni. Ma nel frattempo, quelle registrazioni custodite in una sorta di dossier dall’ex manager Felice Pisapia sembrano essere sfuggite di mano. Tanto che qualcuno comincia a ipotizzare che sia in atto un vero mercato dell’intercettazione e che il grande accusatore rivesta un ruolo non completamente chiaro.



In questi ultimi giorni il Tg5 ha diffuso un colloquio tra Pisapia e De Girolamo nel quale il primo avverte l’allora onorevole che il Pd locale sta cercando di inguaiarla, e che tramite lui vuole togliersela di mezzo. Il parlamentare sottolinea di non aver mai preso soldi né chiesto favori. Ma il problema è che quel dialogo non è tra gli atti depositati in procura o al tribunale del riesame, e non si capisce bene perché Pisapia possa aver avuto interesse a farlo circolare. Qualcosa di strano deve essere successo, visto che il difensore dell’ex manager Asl, l’avvocato Vincenzo Regardi, ieri, ha rimesso il suo mandato. Inoltre, la trasmissione Servizio Pubblico, durante la puntata in cui ha trattato della questione De Girolamo, ha sostenuto di aver chiesto al direttore del Tg5 Clemente Mimun di dargli l’audio dell’esclusiva. Ma lui - hanno sostenuto - avrebbe rifiutato dicendo che quelle registrazioni erano di proprietà dell’avvocato del ministro. Insomma, un bel pasticcio.



In tutta questa bagarre, sempre ieri, è entrata in azione la procura di Benevento, finora decisamente defilata: ha disposto il sequestro del servizio televisivo e ha aperto un fascicolo sulla vicenda. Il procuratore, però, ha tagliato corto davanti alle domande di possibili nuovi iscritti o di provvedimenti in arrivo.



LA SPY STORY

La spy story che sta avvelenando Benevento, comunque, sembra avere una portata molto più ampia di quella finora emersa: dietro a questa battaglia di appalti, rimborsi, consulenze e denari percepiti ingiustamente, ci sarebbero importanti transazioni che avrebbero coinvolto diversi studi legali del posto e che sarebbero al centro di un’inchiesta dei pm. Pisapia sarebbe, quindi, una sorta di marionetta, forse mossa da interessi di altri. A Benevento, infatti, era ormai un segreto di Pulcinella (e c’è chi dice che l’entourage del ministro non poteva non sapere) quello del manager che intercettava chiunque. Lo conferma anche l’avvocato ed ex vicesindaco Roberto Prozzo, tirato dentro nel presunto complotto insieme con il direttore generale dell'Asl Michele Rossi, e l’esponente del Pd Del Basso De Caro. «Nel settembre del 2012 - riferisce - un amico mi disse che Pisapia faceva girare la voce dell'esistenza di alcune registrazioni di me a colloquio con Del Basso de Caro e Rossi. Diceva che noi tre formavamo una sorta di direttorio che gestiva le cose dell’Asl. Fu un chiacchiericcio di paese, e dei colloqui mai nessuna traccia». Prozzo, che annuncia la presentazione di un dossier sull’uomo che l’accusa, parla anche dell’Asl come «di un bancomat per alcuni avvocati amici» riferendo di parcelle molto consistenti elargite (una da 750 mila euro bloccata in extremis), la stragrande maggioranza delle quali in favore di un unico legale. Un aspetto, questo, su cui la procura sta indagando.
Ultimo aggiornamento: 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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