Città del Vaticano «Nel corso degli ultimi vent’anni sono andati in pensione 4 ordinari militari (equiparati a generali di corpo d’armata), 4 vicari generali, 8 ispettori e circa 140 cappellani militari. Il costo stimato per le relative pensioni è di circa 43 mila euro lordi annui; L’assistenza spirituale alle Forze armate, in generale, costa alle casse pubbliche 20 milioni di euro». In Parlamento il Movimento 5 Stelle rompe un tabù che, legislatura dopo legislatura, è sempre stato accantonato poiché andrebbe ad intaccare i buoni rapporti con la Chiesa e il Vaticano. Stavolta è il Movimento 5 Stelle a farsi carico del problema e chiedere al governo Gentiloni di rivedere gli accordi pattizi relativi all’assistenza spirituale delle forze armate «considerando il fatto che nelle casse della Chiesa ogni anno entra un miliardo di euro che, è usato in gran parte proprio per il sostentamento del clero». La firmataria del documento è la parlamentare Tatiana Basilio.
L’attuale stato giuridico dei cappellani militari nell’ordinamento italiano riflette il loro pieno inserimento nella struttura gerarchica militare, con assimilazione del loro status a quello degli ufficiali e conseguente attribuzione dei gradi gerarchici da cui discende l’applicazione del relativo trattamento economico e la soggezione, in linea di principio, alla medesima disciplina militare. All’Ordinario militare compete il trattamento economico previsto per il grado di generale di corpo d’armata; al vicario generale militare e agli ispettori spetta integralmente il trattamento economico degli ufficiali dell’Esercito, secondo il grado di assimilazione. Ai cappellani militari spetta integralmente il trattamento economico degli ufficiali della Forza armata presso la quale prestano servizio, secondo il grado di assimilazione. Per le pensioni normali, privilegiate, ordinarie e di guerra all’ordinario, al vicario generale, agli ispettori e ai cappellani militari in servizio permanente, si applicano le disposizioni in vigore per gli ufficiali dell’Esercito italiano, secondo il grado di assimilazione.
Ultimo aggiornamento: 16:09
© RIPRODUZIONE RISERVATA L’attuale stato giuridico dei cappellani militari nell’ordinamento italiano riflette il loro pieno inserimento nella struttura gerarchica militare, con assimilazione del loro status a quello degli ufficiali e conseguente attribuzione dei gradi gerarchici da cui discende l’applicazione del relativo trattamento economico e la soggezione, in linea di principio, alla medesima disciplina militare. All’Ordinario militare compete il trattamento economico previsto per il grado di generale di corpo d’armata; al vicario generale militare e agli ispettori spetta integralmente il trattamento economico degli ufficiali dell’Esercito, secondo il grado di assimilazione. Ai cappellani militari spetta integralmente il trattamento economico degli ufficiali della Forza armata presso la quale prestano servizio, secondo il grado di assimilazione. Per le pensioni normali, privilegiate, ordinarie e di guerra all’ordinario, al vicario generale, agli ispettori e ai cappellani militari in servizio permanente, si applicano le disposizioni in vigore per gli ufficiali dell’Esercito italiano, secondo il grado di assimilazione.