Bossi avverte: no al governo tecnico
in 20 milioni pronti a battersi con la Lega

Sabato 31 Luglio 2010
Fini, Berlusconi e Bossi ad aprile 2010
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ROMA (31 luglio) - Maggioranza a rischio dopo la nascita del nuovo gruppo finiano Futuro e libert per l'Italia. Intanto, mentre il Pdl intanto minaccia il voto anticipato, Umberto Bossi ribadisce fedeltà al premier Silvio Berlusconi, attacca Gianfranco Fini e dice no a un governo di transizione.



«Ad agosto staranno a trafficare per vedere come uccidere Berlusconi», ha detto il leader della Lega, ribadendo la sua convinzione che una eventuale crisi di governo ci sarà a settembre, e non prima. «Lavoreranno sotto sotto di nascosto, i massoni, ad agosto - ha spiegato - e a settembre scopriranno le carte. Ad agosto staranno a trafficare per vedere come uccidere Berlusconi». «La Lega fortunatamente - ha continuato - ha qualcosa come 20 milioni di uomini pronti a battersi fino alla fine. Se non c'è democrazia nel Paese, la portiamo noi». «Pare di sì, l'unico alleato eletto», ha poi detto rispondendo alla domanda se la Lega sia l'unico alleato di Berlusconi.



«Noi preferiamo andare ad elezioni piuttosto che avere un governo tecnico», ha continuato il leader della Lega Nord. «Il presidente della Repubblica, che è la chiave di volta non manda adesso a elezioni. Il problema si pone a settembre, magari». Secondo il ministro delle Riforme, «bisogna vedere cosa avviene a settembre. A settembre cercheranno di dare la sfiducia a Berlusconi, non staranno fermi e cercheranno di puntare su un governo tecnico». E questo «per fare leggi - ha aggiunto - che non interessano a tutti, ma alla sinistra».



«Fini e Berlusconi sono arrivati alla fine», ha affermato ancora Bossi, secondo il quale «il federalismo ce lo dà Berlusconi e non ce lo dà nessuno». Per ora comunque il federalismo non è a rischio. «Nessuno - ha aggiunto Bossi - avrà il coraggio di bloccarlo». «Noi non abbiamo i soldi per comprare i voti ma vinciamo», ha detto ancora il capo della Lega.



E' il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ad avvertire i finiani. «Vedremo ora come si comporteranno in Parlamento questi nuovi gruppi nati da parlamentari eletti con la maggioranza - ha detto a Sky Tg24 - Di certo né il presidente del Consiglio né il Pdl sono disponibili a farsi cuocere a fuoco lento facendosi condizionare di volta in volta su ogni provvedimento. Se così fosse, si dovrebbe subito tornare a votare».



«Quattro provvedimenti contro tante chiacchiere. Nel corso di quest'ultima settimana il governo ha ulteriormente rafforzato il proprio profilo riformatore - dice intanto in una nota il premier - E' stata approvata la manovra economica, che ha messo al riparo l'Italia dalle conseguenze più gravi della crisi economica e ha posto le condizioni dello sviluppo. Con la manovra sono state approvate, tra l'altro, le norme che consentono, a chi vuole intraprendere, di farlo senza dover ottenere le molteplici autorizzazioni preventive, ora necessarie, che vengono sostituite da una sola autorizzazione successiva».



«Il Senato - continua - ha approvato, anche con il concorso di una parte dell'opposizione, una riforma fondamentale della nostra università sulla base del merito e dell'ingresso di giovani docenti e ricercatori. Il governo ha approvato poi un disegno di legge innovativo e liberale in materia cinematografica che permetterà di ridurre l'intervento esclusivo dello Stato, di incentivare l'apporto dei privati e di favorire perciò un maggiore grado di autonomia e di libertà della cultura. Il governo ha infine approvato il nuovo Codice della strada entrato in vigore già ieri, che consentirà di diminuire il numero degli incidenti e della mortalità sulle nostre strade».



«Si è aperto il grande show del berlusconismo senza "contrappesi finiani"», scrive Flavia Perina sul giornale online Post. «Sarà interessante vedere l'action movie di questa nuova fase - prosegue il direttore del Secolo d'Italia - dove la quintessenziale natura del centralismo carismatico non dovrà più temere l'inquinamento di elementi estranei». Perina arriva poi all'accusa più secca, relativa alla cosiddetta "campagna acquisti" in atto da parte di Berlusconi: «L'incremento della delegazione femminile al governo con la nomina di 4 nuove sottosegretarie. In pole position Paola Pelino, Nunzia De Girolamo, Daniela Melchiorre, Annamaria Bernini».



«Le presenze in Aula dovranno essere maggiormente monitorate, i ministri e sottosegretari dovranno essere più presenti in Parlamento quando si vota», aveva avvertito ieri Berlusconi nel corso della cena con alcune parlamentari del Pdl, confermando più volte l'intenzione di dedicarsi alla riorganizzazione del partito e all'attività parlamentare, intensificando le riunioni con deputati e senatori.



«Intercettare deputati Udc e Api». «Ci sono deputati dell'Udc e dell'Api di Francesco Rutelli, ma anche del gruppo misto pronti a sostenerci, vanno intercettati», ha poi detto il premier nel corso della cena.



Casini: non cerco fidanzamenti. «Io sono coniugato stabilmente e non cerco fidanzamenti - risponde il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, circa la possibile "campagna acquisti" di Berlusconi nelle file dell'Udc - Sono sicuro che nessuno dei miei passerà con Silvio, siamo blindati. Sono gli altri a bussare alla nostra porta».



«Mai al governo con Berlusconi».
«Il Paese avrebbe bisogno di un governo che governa, invece questo governo tira a campare - ha detto ancora Casini - Forse la maggioranza si rappattumerà, ma non è questo il problema. Quando si arriva con cento deputati di maggioranza alla contabilità sui numeri, siamo alla frutta». Casini ha assicurato che non entrerà nel governo Berlusconi: «Io sono una persona seria e rispetto gli impegni presi con i miei elettori che mi hanno collocato all'opposizione. Io ho chiesto alla luce del sole, nelle cene private come in Parlamento, a Berlusconi di aprire una fase nuova. Serve all'Italia un governo di responsabilità nazionale che affronti il capitolo delle grandi riforme, perché così si campicchia e noi non possiamo permettercelo».



Il no di Rutelli. «Nessuno pensi di spendere il nome di un movimento politico che è nato in modo coraggioso, nuotando controcorrente per operazioni balneari. Detto in cinque parole, non c'è trippa per gatti». È quanto si sottolinea negli ambienti vicini al leader dell'Api, Francesco Rutelli, commentando la possibilità che il premier possa fare una "campagna acquisti" tra le file dei parlamentari del gruppo dell'ex leader di Pd, Verdi e radicali per rimpolpare la maggioranza di centrodestra.



«La maggioranza non c'è più, perciò il voto anticipato è un atto doveroso», ha commentato Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori, che ha lanciato un «appello a Fini e Bersani non per costruire una nuova coalizione ma una maggioranza parlamentare che valga per un solo voto: quello della sfiducia al governo. Poi alle elezioni ognuno andrà per la propria strada. Ora chiedo un patto straordinario che duri il battito d'ali di una farfalla: quello di votare la sfiducia a questo esecutivo. Un patto che può avere una prova generale già tra martedì e mercoledì, votando la sfiducia individuale al sottosegretario alla Giustizia Caliendo. In quella sede, verificheremo anche se la compagine finiana vuole davvero prendere le distanze dalla cricca».



Il Pd: Berlusconi non ha più i numeri. «Berlusconi non ha i numeri in Parlamento e quindi non può andare avanti - ha detto il vicesegretario del Pd, Enrico Letta - La maggioranza eletta nel 2008 si è sgretolata, non esiste più».
Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 22:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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