Giovanna Pedretti, morta la titolare della pizzeria Le Vignole: ipotesi suicidio. Il caso social per la recensione su disabili e gay

Il corpo è stato ritrovato sulla sponde del fiume Lambro. La donna risulta essere arrivata sul posto a bordo della sua Fiat Panda

Domenica 14 Gennaio 2024 di Claudia Guasco
Giovanna Pedretti, morta la titolare della pizzeria Le Vignole: ipotesi suicidio. Il caso social per la recensione su disabili e gay

Il corpo è stato trovato ieri, alle due del pomeriggio, sulla sponda del fiume Lambro a Sant’Angelo Lodigiano. E come avviene nelle piccole comunità, le informazioni hanno cominciato a circolare nei bar del paese. È una donna, la prima indicazione. «È Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria Le Vignole», lo sgomento dopo l’identificazione.

Tre giorni fa Giovanna è diventata celebre per la sua risposta ferma alla recensione omofoba e contro i disabili postata da un avventore, poi è arrivata anche qualche critica. «Sappiamo tutti che sei in buona fede, hai fatto la cosa giusta», la sostenevano i tanti amici.

LE INDAGINI

Per gli investigatori la morte della ristoratrice sarebbe un suicidio. La donna è arrivata al fiume a bordo della sua Panda, ora sequestrata, sul luogo carabinieri e vigili del fuoco poi raggiunti dal pm e dagli uomini della scientifica. Originaria della bergamasca, 59 anni e madre di una figlia, ha lavorato per trent’anni a fianco del marito Nello, celebre pizzaiolo della zona. «Ottima cucina, titolari disponibili e cortesi, la pizza migliore del lodigiano», il tenore delle recensioni sul web. Gradimento a quattro pallini fino a venerdì, quando sulla pagina Facebook del locale compare una stroncatura da TripAdvisor nella quale un cliente ammette che «la pizza era eccellente e il dolce ottimo», però si lamenta dei vicini di tavolo: «Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay, non mi sono accorto subito perché sono stati composti - si legge - C’era anche un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà, mi spiace ma non mi sono sentito a mio agio». Per Giovanna è inaccettabile. «Il locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno», la replica. «Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. Ci tengo inoltre a sottolineare che non è passato inosservato il suo sguardo infastidito anche verso un ragazzo in carrozzina. A fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto credo che il nostro locale non faccia per lei - ha concluso - Non selezioniamo i nostri clienti in base all’orientamento sessuale e men che meno la disabilità. Le chiedo gentilmente di non tornare da noi a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati». Grande approvazione in rete, con centinaia di commenti di apprezzamento tra cui quello della ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. Molti i messaggi nei quali si esortava a premiare l’energia positiva di Giovanna andando a mangiare nel suo ristorante. «No, in pizzeria non sono arrivati più clienti, ma non è questo che mi interessa - spiegava lei venerdì scorso - Mi hanno fatto piacere le telefonate, anche da lontano, ad esempio la famiglia di un ragazzo disabile dalla Sicilia. Di solito non rispondo alle recensioni, ma davanti a queste parole la mia coscienza ha detto no. Bisogna rimuovere la mentalità retrograda e mettere chi la esprime educatamente in un angolo». Indaffarata tra una comanda e l’altra aggiungeva: «Di fronte ad affermazioni simili ho pensato che la mamma di un ragazzo disabile poteva leggerle e la val Brembana che c’è in me ha esondato».

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SOLIDARIETÀ

Anche perché da tre anni Le Vignole ha lanciato l’iniziativa delle pizze in sospeso a favore dei ragazzi e delle famiglie dell’associazione Genitori amici dei disabili e del gruppo Il Maggiolino. «Vederli tanto felici insieme ai loro genitori ci ha lasciato delle grandi emozioni», raccontava Giovanna. Il messaggio di disprezzo nei confronti dei disabili e dei gay l’ha mandata su tutte le furie, finché sul web ha cominciato a circolare l’ipotesi di un falso. Un elemento del post cancellato ha destato sospetti di non veridicità della recensione in alcuni utenti dei social, compresa Selvaggia Lucarelli che ha lanciato l’ipotesi di «un grossolano fotomontaggio» e di «un’operazione di marketing spacciata per eroica difesa di gay e disabili». L’affetto degli amici l’ha difesa fino all’ultimo. «Giovanna e Nello, brave persone e grandi lavoratori», una dedica di cuore. Dopo la notizia della tragedia la giornalista ha pubblicato un altro commento: «Già si sta parlando di gogna, ma non c’è stata alcuna gogna». 

Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 08:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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