Tiktoker suicida, Vincent Plicchi si uccide in diretta social a 23 anni: «Io perseguitato, così non resisto più»

Il video circola ancora. Il padre: «Ucciso da persone false»

Giovedì 12 Ottobre 2023 di Mirco Paganelli
Tiktoker morto oggi, Inquisitor si uccide in diretta social: «Io perseguitato, così non resisto più»

Finito in un vortice di odio online, non ha retto la pressione e ha deciso di farla finita in diretta su TikTok di fronte a migliaia di persone. È stata questa la tragica fine, avvenuta martedì sera, di un 23enne bolognese che sulla piattaforma cinese era arrivato ad ottenere 300 mila follower. Con il nickname di Inquisitor, si travestiva da uno dei personaggi del noto videogioco Call of Duty. Vincent Plicchi era un giovane dall’animo gentile.

Chi lo conosceva lo definisce come una persona sensibile. Una sua grande passione era il cosplay, il travestimento, cioè, nei personaggi di fumetti e videogiochi. 

È stato il padre, Matteo, a trovare il corpo senza vita del figlio nella sua camera da letto. «Era il mio angelo ed è stato ucciso da persone false che vivono solo su e per TikTok», ha detto ieri il genitore durante i funerali.

IL COSTUME

Il giovane tiktoker, che viveva appena fuori dal centro storico del capoluogo emiliano, aveva avviato una diretta come al solito con il costume del personaggio Ghost. Ogni tanto armeggiava anche una spada laser del genere di Guerre stellari. In un attimo si erano collegati migliaia di seguaci. Solo che questa volta il“live” è finito nel peggiore dei modi e ha lasciato tutti sgomenti. Quando gli spettatori hanno capito che piega stava prendendo il video, hanno allertato i carabinieri e il 118. Migliaia di chiamate sono arrivate alle forze dell’ordine, persino dall’estero. 
Il giovane ha detto addio al proprio pubblico, si è spostato in un angolo della camera uscendo fuori dall’inquadratura e si è tolto la vita. La diretta, intanto, continuava ad andare avanti. Il padre, allertato anch’egli da qualche spettatore che lo conosceva, si è precipitato a casa. Nel video si sentono sfondare dei vetri, poi le urla. Poco dopo, i soccorritori abbattono la porta e provano a rianimare il ragazzo, ma senza successo.

LA LETTERA

Sul posto sono giunti anche i carabinieri della Compagnia di Bologna Centro che ora indagano sulla vicenda per comprenderne i contorni. Al momento non è stata presentata alcuna denuncia, ma è stata inviata un’informativa alla procura che valuterà il da farsi. Il giovane ha lasciato una lettera al padre. «Non ce la faccio più, sto vivendo un periodo troppo difficile». Si è scusato con il genitore e gli ha chiesto di prendersi cura del suo gatto.

L’ipotesi è che il 23enne fosse stato vittima di cyberbullismo. Da quanto emerso, era finito in una spirale d’odio dopo che una giovane di 17 anni lo aveva accusato di essere stata, a suo dire, molestata. La conversazione fra i due è stata, come si dice in gergo,“screenshottata” ed è finita nel calderone del web. La veridicità dell’accusa è però tutta da dimostrare. Anzi, da quanto si apprende, si sarebbe trattato di una macchinazione orchestrata da alcuni influencer rivali che potrebbero avere fatto conversare Vincent apposta con la minorenne per poi mostrare al pubblico la conversazione privata e tentare in qualche modo di screditarlo. Un tentativo che a quanto pare sarebbe riuscito, visto che contro il giovane si è scagliato il “tribunale” dei social che non aspetta le sentenze della magistratura prima di emettere il proprio giudizio. Basti pensare alle recenti campagne d’odio che si sono scatenate contro le vittime di violenza. La gabbia di odio online si è trascinata nel mondo reale per il 23enne bolognese dalla personalità fragile che, a quanto risulta, sarebbe stato seguito anche da uno psicoterapeuta.

IL VIDEO

L’altro aspetto inquietante della vicenda è che il video degli ultimi istanti di vita di Vincent ha cominciato a circolare su varie piattaforme. Le autorità stanno facendo di tutto per oscurare ogni pagina che lo contiene, ma il fiume di condivisioni è qualcosa di assai arduo da arrestare. I macabri contenuti restano spesso lì, depositati in qualche recondito server, in qualche anonimo dispositivo. 

«L’unico modo che ha trovato per difendersi dal disonore e provare la sua innocenza è stato togliersi la vita», ha detto disperato il padre durante la funzione funebre. «Non posso credere che oggi sto seppellendo mio figlio. Lui che per me, il fratello e la sorellina era un cuore puro. Ragazzi, state attenti a queste community vivete la vostra vita nella realtà», è stato il monito del genitore rivolto ai più giovani. 

Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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