Sora, famiglia perseguitata da 12 anni per motivi religiosi: «Viviamo in gabbia. Le autorità devono far finire quest'incubo»

Domenica 26 Novembre 2023 di Roberta Pugliesi
Sora, famiglia perseguitata da 12 anni per motivi religiosi: «Viviamo in gabbia. Le autorità devono far finire quest'incubo»

«Non ne possiamo più di vivere così, in una gabbia, privati della libertà. È un incubo costante».

Una famiglia di Sora da anni è vittima di una gravissima vicenda giudiziaria ed umana, che li vede costretti a patire atti persecutori, ingiurie, diffamazioni e molestie commessi da alcuni parenti che vivono accanto alla loro abitazione. Segregati in casa, fotografati, registrati, disturbati con rumori insopportabili sono solo alcuni dei comportamenti perpetrati da questi parenti di fede religiosa diversa, aspetto questo alla base dei problemi.

«Questo non è vivere» - afferma la mamma. «Reclamiamo la nostra libertà, la nostra dignità e diritti che sono riconosciuti ad ogni persona. Siamo imprigionati in un inferno ed abbiamo il solo sogno di poter prendere un autobus da soli, in totale sicurezza e spensieratezza, per recarci a scuola. È chiedere troppo?», si domanda una delle figlie che nei giorni scorsi ha scritto una mail durissima indirizzata alla procura di Cassino ed alla Questura di Frosinone. Di seguito alcuni passaggi: «Dove siete quando dobbiamo nasconderci e scappare per paura per non farci vedere? Si aspetta solo il 25 novembre per ricordare la violenza sulle donne. Se fossi una vostra nipote, moglie, una figlia... Mio padre non indossa una divisa, non indossa una cravatta, tanto meno è seduto su una poltrona, è semplicemente un operaio che esce alla 5 di mattina per portare il pane a casa come fanno tutti i papà umili. In Italia c’è la legge di pinocchio: e si proprio così, devi subire 12 anni di udienze con un divieto di avvicinamento mai rispettato, e nessuno fa nulla.(…) Sono 12 anni che subiamo udienze, insulti, gesti a sfondo sessuale. Avevamo 8 e 6 anni, io e mia sorella, ora siamo arrivate a 20 e 17; si può crescere nella paura? Non è il problema chi siamo e da dove veniamo, il problema caro Stato è che in Italia non ci sono legge severe. Non dite più di fare silenzio, bisogna fare rumore».

A nulla sono serviti un ammonimento del Questore ed il divieto di avvicinamento alle persone offese violato più è più volte. Il comportamento continua a provocare, oltre ad un intollerabile turbamento della quiete della famiglia, assistita dall’avvocato Massimiliano Contucci, anche una lesione della integrità psico-fisica della madre, già fortemente afflitta da diverse problematiche di salute, e delle figlie. Il pediatra tempo fa certificò per una delle due ragazzine la sussistenza di «gravi disturbi del comportamento caratterizzati da stato ansioso con attacchi di panico, incubi notturni ed atteggiamento isolazionistico che la porta ad una cattiva relazione con gli altri», consigliando «oltre ad una visita specialistica neuropsichiatrica, un allontanamento dal luogo dove attualmente vive».

LA SENTENZA

Ingiurie, minacce di vario genere, atti persecutori con l’appostamento nei luoghi frequentati, persino a scuola, nei supermercati, con prevaricazioni perpetrate anche mediante immissioni rumorose con una sega a nastro, una motosega, frullino ed altri strumenti che generano forti rumori. Più volte si è cercato un dialogo per trovare una soluzione ma ne sono derivate solo minacce ed insulti. La storia di questa famiglia è finita al centro di un libro “Stalking, storia di un crimine ordinario“ di Antonio Russo. Nonostante una condanna nel 2019 ed altri provvedimenti le molestie continuano. È pertanto indispensabile un intervento concreto delle autorità preposte per mettere finalmente un punto ad una vicenda che ha dell’incredibile.

Ultimo aggiornamento: 17:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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