«Sono passati 12 anni da quando per la prima volta compariva sui giornali lo scandalo Ruby. Oggi Karima è completamente diversa da quella ragazzina che scappava dalle comunità». Ha esordito così l'avvocato Paola Boccardi nella sua arringa a difesa di Karima El Marough, imputata con altre 28 persone nel processo Ruby ter. «Quando aveva 15 anni si era inventata un nome e un personaggio, Ruby, senza rendersi conto che quel nome avrebbe costituito una sorta di avatar dal quale avrebbe avuto difficoltà a distanziassi.
L'INCUBO - «L'augurio che mi faccio è che questa vicenda sia chiusa il prima possibile, perché è stato un grande incubo, e di riavere indietro la mia vita e di poterla vivere serenamente». Lo ha detto ai cronisti lasciando l'aula del processo Ruby ter Karima El Mahroug. «E' evidente agli occhi di tutti che porto un marchio, una Lettera Scarlatta - ha aggiunto. Ho sempre avuto paura di essere strumentalizzata e credo che possiate capirlo». Alle domande su Berlusconi ha risposto di non voler dire altro.
La richiesta di condanna
Karima è arrivata nell'aula bunker di via Ucelli di Nemi a Milano, dove si tiene il processo milanese sul caso Ruby ter anche a carico di Silvio Berlusconi. Si è presentata per la prima volta in questo procedimento nell'udienza nella quale discuteranno i suo difensori, i legali Jacopo Pensa e Paola Boccardi. Per Karima i pm milanesi hanno chiesto una condanna a 5 anni e una confisca da 5 milioni di euro.
Gli spogliarelli e le serate ad Arcore
«Se c'è una cosa che non cambia mai nelle dichiarazioni di Karima - prosegue l'avvocato - è 'non aver avuto, non aver compiuto atti sessuali con Berlusconì. Le testimoni parlano tutte in maniera omologata, lei usa il suo linguaggio: non ha parlato di cene eleganti o burlesque, ha descritto serate sicuramente non puritane, ha descritto spogliarelli, dice che non hai mai visto o subito atti sessuali. Non ha mai partecipato a nessuna delle serate in cui ha partecipato le altre ragazze buone».