Michelle Causo, i genitori: «È stata massacrata. Falso che stavano insieme, uccisa perché l'ha respinto»

Parlano i genitori della ragazza assassinata: «Michelle era forte e non si sarebbe mai fatta sottomettere senza reagire»

Giovedì 29 Giugno 2023 di Fernando M. Magliaro
Michelle Causo uccisa a Primavalle, la madre: «L'hanno ammazzata di botte e poi finita a coltellate. Non credo che il killer fosse solo»

«Me l’hanno ammazzata di botte. L’hanno ammazzata di botte e poi l’hanno finita a coltellate, tutte coltellate». Daniela, la mamma di Michelle Maria Causo, la 17enne uccisa a coltellate a Primavalle, non ha dubbi. Ad agire non può essere stato da solo quel ragazzo. E a condividere questo pensiero con lei, all’uscita dagli uffici della Questura centrale di Roma, anche il padre, lo zio e Federico, uno degli amici più stretti di “Misci”, come la chiamavano i suoi intimi. «Mia figlia era una ragazza forte. Non si sarebbe mai fatta sottomettere. Si menava pure coi maschi», dice la madre. Con Federico che aggiunge, con una nota di dolore nella voce, «Me menava pure a me». Pensiero condiviso anche da Gianluca, il padre: «Questo era troppo piccolo per ammazzarla da solo e poi metterla in un carrello. Sono sicuro che ci doveva essere pure qualcun altro».
Michelle - «il secondo nome di Maria gliel’ha dato mio fratello in ricordo di una nostra zia», spiega Giancarlo, lo zio di Michelle - era stata a Napoli pochi giorni fa con il fidanzato, Federico e altri amici «ospiti a casa mia», dice lo stesso Federico «perché c’erano stati problemi con la prenotazione.

Abbiamo mangiato tantissimo», poi si ferma e la voce si incrina.

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I lividi

Per i genitori, quindi, l’idea che l’assassino abbia fatto tutto da solo è difficile da mandare giù. Anche perché il riconoscimento del corpo è stato fatto da una zia che ha raccontato di aver visto dei lividi sul corpo della ragazza. Da qui, l’idea delle botte. 
«Loro - afferma il padre riferendosi agli inquirenti - sono convinti che sia stato da solo. Ma io non ci credo. È stato aiutato da qualcuno. Stava sotto farmaci» e, la madre, «farmaci pesanti, sostanze stupefacenti. Io ci ho parlato due o tre volte, gli chiesi se studiava. Sono le basi per la frequentazione. Lui mi disse che non studiava, che aveva lasciato perché non era portato per lo studio. Molto educato».Non sapeva, la madre, che l’assassino è nato a Roma.

 

La polemica

Poi i momento della polemica sulle prime notizie uscite intorno a Michelle: «Non dite che mia figlia stava con questo», dice il padre accalorandosi. «Alcuni telegiornali vergognosi hanno detto che lei stava con questo. Che addirittura era rimasta incinta di questo. Che questo era un ex. Non è vero niente. Questo sarà stato soltanto uno che s’era invaghito di lei. C’ha avuto un rifiuto e gli è preso questo. Lei aveva un fidanzato, un ragazzo d’oro che ora sta su», prosegue il padre indicando gli uffici della Polizia dove il fidanzato viene ascoltato per comprendere cosa sia accaduto.
Al momento del delitto, il fidanzato era a Pomezia dove vive dopo esservisi trasferito dalla precedente residenza a Torre Maura. Con Michelle stavano insieme da un paio d’anni e spesso lei lo accompagnava durante il volontariato con ragazzi affetti da ritardi cognitivi.
I genitori invece erano a Bologna, dove il padre era in lista d’attesa per un intervento chirurgico alle anche: «sono due anni che lo Stato mi lascia così sul letto. Ho perso il lavoro. Avrei dovuto operarmi e invece questa tragedia ci ha obbligati a rientrare scortati dalla polizia».
«A me m’hanno detto i poliziotti: “lei meno sa, meglio è”. Io gli ho risposto: “manco per niente. Io voglio sapere tutto. Dicono: “ci saranno i modi e i tempi per sapere tutto”», dice ancora il padre. 
Oggi la famiglia dovrà nuovamente varcare il portone di ingresso di San Vitale per firmare il consenso all’esame autoptico.

Il dubbio

I racconti vanno e vengono: si affacciano ricordi, piccoli gesti («aveva detto al nonno di stare tranquillo che sarebbe rientrata per preparargli il pranzo» racconta lo zio trattenendo a stento le lacrime), dubbi e sospetti. E quella frase, «me l’hanno ammazzata di botte», che ritorna più e più volte. Come il dubbio di Federico che è rimasto quasi due ore fuori il portone della Questura. Avrebbe voluto salire e parlare. Ma è solo un amico. Quindi rimane fuori. Ma il suo dubbio atroce resta con lui: «Penso che abbiano cercato di...» non lo dice, non ci riesce ma la parola è “violentarla”. «E che non si siano riusciti. Lei era forte, determinata. La conosco, avrà reagito, avrà urlato. E loro si saranno spaventati».
E lo zio, stavolta senza riuscire a trattenere le lacrime: «Avrà capito. Avrà avuto paura. I suoi ultimi momenti saranno stati di paura, di terrore e di comprensione di ciò che stava succedendo. Botte e coltellate. Era meglio una pistolettata almeno finiva tutto subito. Chissà quando e come avrà sofferto».

Ultimo aggiornamento: 1 Luglio, 10:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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