Teenager adescate in chat dal giudice dei minori, condannato a dieci mesi

L'uomo, 47 anni, aveva creato un falso profilo sui social network

Sabato 19 Marzo 2022 di Giuseppe Scarpa
Teenager adescate in chat dal giudice dei minori, condannato a dieci mesi
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Dietro la toga da magistrato si nascondeva un orco. Per anni ha adescato centinaia di giovanissime vittime. Anche se nella sua rete ne sarebbero cadute solo due. L'intervento tempestivo delle forze dell'ordine ha impedito che nella sua tela potessero rimanere impigliate tante altre innocenti. Le ragazzine venivano contattate utilizzando le chat dei social network e a cui inviava messaggi espliciti a sfondo sessuale. Per questo motivo, un giudice onorario del Tribunale dei Minori di Napoli, è stato condannato a 10 mesi di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici legati a minori dal giudice monocratico di Roma, dove il procedimento è arrivato dal capoluogo campano per competenza territoriale.

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Di professione psicologo, 47 anni, l'uomo utilizzava, secondo quanto accertato dagli inquirenti, sempre lo stesso modus operandi. Il 47enne aveva creato un profilo fake e si presentava con il nome di Cristiano per abbordare virtualmente le bambine. «Sei bellissima e sexy», esordiva in questo modo chattando con le ignare vittime con le quali, subito, passava ad un linguaggio estremo. Volgare.
LA VICENDA
I fatti risalgono agli anni 2016 - 2017 e, da quanto emerso dalle indagini, i dialoghi avvenivano anche con altre utenze (di cui non è stato possibile risalire all'identificazione e infatti non compaiono nel capo d'imputazione), con una media di 9 contatti al giorno per un totale di quasi ventimila messaggi.
Un comportamento ossessivo che non si fermava neanche davanti alle parole delle ragazzine che cercavano di allontanare quelle illecite attenzioni affermando di essere minorenni.
Secondo quanto accertato, il giudice onorario in servizio a Napoli cercava da anni le sue prede nella rete e solo l'intervento degli investigatori ha evitato che potesse arrivare ad incontrare di persona le stesse bambine. Nei suoi confronti è, quindi, scattata l'accusa gravissima di adescamento di minori.
Dall'analisi dei dispositivi in uso all'uomo, effettuato a campione, è stato possibile identificare solo due vittime ma per chi indaga sono decine e decine quelle finite nella sua rete.

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LE REAZIONI
«Quando siamo venuti a conoscenza di tale condotta - ha spiegato Roberto Mirabile, il presidente della onlus La Caramella Buona - abbiamo valutato approfonditamente quanto in nostro possesso e abbiamo deciso di costituirci parte civile al processo perché combattiamo la pedofilia da venticinque anni e lo facciamo con ancora più forza quando a macchiarsi di questo reato sia un soggetto che dovrebbe proteggere i bambini e non importunarli. È stato condannato un uomo che ricopriva un delicato incarico al tribunale dei minori. Grazie al lavoro del nostro avvocato Monica Nassisi siamo riusciti a confermare con forza il quadro accusatorio e il giudice ha condannato l'imputato nonostante il pubblico ministero d'aula ne avesse richiesto l'assoluzione».
Il giudice ha disposto anche un risarcimento in favore della parte civile. «È una soddisfazione in quanto questo procedimento, inizialmente, era diretto verso l'archiviazione, - aggiunge l'avvocato Nassisi - pertanto la condanna segna un grande risultato; non parliamo di successo poiché sappiamo bene che quando le vittime sono bambini, è la società tutta a perdere ma noi restiamo in prima linea per garantire loro tutela e restituire giustizia». Adesso il 47enne non potrà ricoprire incarichi che lo potrebbero portare a contatto con minori.
 

Ultimo aggiornamento: 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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