Domenico Esposito morto nel parcheggio per aver chiesto di cambiare una gomma. «Sì, l'ho ucciso e non so perché»

Antonio Emanuele De Luca ha confessato il delitto di Nola: ha accoltellato l'uomo per una lite banalissima

Lunedì 31 Luglio 2023 di Carmen Fusco
Domenico Esposito morto nel parcheggio per aver chiesto di cambiare una gomma. «Sì, l'ho ucciso e non so perché»

«Sì, l’ho ucciso. Gli ho fatto del male. Non so dirvi perché». Le sole parole di Antonio Emanuele De Luca, il custode reo confesso del delitto al Vulcano buono di Nola. Nessuna spiegazione, nessun tentativo di scagionarsi dall’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi e dall’utilizzo di un coltello. Una lama estratta dalla tasca e usata per sferrare i fendenti mortali contro Domenico Esposito, il giovane di 28 anni originario di Acerra, che sabato sera è morto dopo un’agonia di alcune ore per le ferite riportate al culmine di una lite ingaggiata con un addetto alla sorveglianza che lo ha finito con l’arma che aveva in tasca.

Tragico destino quello di Domenico. A sette anni con il fucile del nonno uccise il fratellino di quattro anni in un tragico gioco. Domenico Esposito sabato era accorso insieme al padre nel parcheggio del centro commerciale Vulcano Buono di Nola dopo che sua sorella, addetta alle vendite in un importante store di abbigliamento, gli aveva chiesto una mano per cambiare la ruota della Fiat Punto bianca rimasta in panne nel settore “Ischia” del megastore.

Per evitare di allertare i familiari, la donna aveva chiesto aiuto all’operatore della società di portierato, ma lui si era rifiutato. 

Difeso dall’avvocato Mario Griffo, il vigilante, di Secondigliano, si é avvalso della facoltà di non rispondere rispetto alle accuse che gli sono state mosse. Visibilmente sotto choc, non ha risposto alle domande del pm della Procura di Nola Anna Musso che coordina le indagini condotte dal commissariato di pubblica sicurezza di Nola, guidato dal primo dirigente Giovanna Salerno. «Non so perché l’ho fatto», avrebbe farfugliato Antonio Emanuele De Luca agli investigatori che lo hanno incalzato per ricostruire i contorni di una tragedia ancora tutta da decifrare. 

Una tragedia che ha lasciato tutti sbigottiti: non si può morire per una discussione. Intanto per il ventenne assassino si sono aperte le porte di una cella del carcere di Poggioreale, dove nei prossimi giorni, forse già martedì, si terrà l’interrogatorio di garanzia. E si passano al setaccio i frames delle telecamere di video sorveglianza che sono installate in tutta l’area e che il management del megastore progettato da Renzo Piano ha subito messo a disposizione della polizia di Nola che indaga sul caso. Immagini decisive così come le testimonianze delle persone presenti, a cominciare dalla sorella della vittima che si trovava in compagnia di una collega e del papà che dopo essere accorso alla richiesta di aiuto della figlia in difficoltà ha visto morire il proprio giovanissimo figlio.

Il vigilante si sarebbe rifiutato di dare una mano alle due addette alle vendite perché, secondo quanto sta faticosamente emergendo, in auto non ci sarebbe stato il cric, necessario per sollevare il veicolo prima di procedere alla sostituzione dello pneumatico. Cosa sia accaduto dal momento del rifiuto alla richiesta di aiuto fino all’accoltellamento resta ancora un mistero da svelare.

Video

Per quale motivo sarebbe scattata la lite avvenuta intorno alle 17. 30 di sabato pomeriggio? E soprattutto per quale motivo il vigilante fosse in possesso di quel coltello che ha provocato la morte di Domenico Esposito, un ragazzo di Acerra al quale sono state sferrati numerosi fendenti, tra i quali quello mortale al petto? Più di tutto interessa sapere cosa possa aver armato la mano di un ragazzo di 20 anni che non ha esitato a colpire mortalmente una persona poco più grande di lui. La vittima é morta intorno alle 19, nemmeno 2 ore dopo la terribile lite: un’ambulanza del 118 lo ha trasportato di corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Nola ma i medici non hanno potuto fare nulla per strapparlo all’assurdo destino. 

Le prossime ore e le attività di intelligence degli investigatori aiuteranno a fare luce sull’accaduto che ha sconvolto l’intera comunità dell’area nolana, tra l’altro, a poche ore dallo spettacolo di Peppe Iodice che ha richiamato come sempre numerosissimi spettatori accorsi della piazza del centro commerciale per assistere allo show. 

A lanciare l’allarme anche il sindaco di Nola, Carlo Buonauro secondo il quale: «Anche sul nostro territorio c’é un tema ineludibile di ordine pubblico e sicurezza urbana. Anche la Polizia municipale, pur nell’esigiutà delle risorse umane, ma sono alla porte nuove assunzioni, con il rafforzato sistema di videosorveglianza sta recuperando il tempo perduto. Occorre però che lo Stato, primo titolare della funzione di prevenzione e repressione delle condotte illecite, rafforzi la presenza sul territorio. Potenziamento delle unità, nuovo presidio delle strutture logistiche ed efficace coordinamento delle indagini sono esigenze non più procrastinabili».

Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 10:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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