«Il 3 agosto ho depositato denuncia presso la procura di Roma, il pm ha aperto un inchiesta, da allora lunica informazione/azione che danno a me, padre, è che stanno svolgendo le indagini.
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Danilo si è rivolto a polizia internazionale, ministero degli Esteri, polizia italiana e svariati avvocati, ha deciso di rendere pubblica la sua (triste) storia. Il piccolo Lucas Indigo Mei, nato a Tenerife nel settembre 2013, è svanito nel nulla. Dopo la morte della compagna («un infarto se l'è portata via quando il bambino aveva un anno e mezzo»), Danilo decise di andare in Polonia. E lì successe qualcosa di incredibile: «Ho lasciato Lucas ai nonni materni due settimane, dovevo cercare un nuovo lavoro. Ma quando andai a riprenderlo, non c'era più nessuno. La nonna, Inna Caruk, e lo zio materno, David Kiss, me lo hanno portato via. Il nonno materno nel frattempo è morto, di lui avevo un numero. Ho girato tra Budapest ed Eindhoven, gli ultimi indirizzi utili, ma nulla».
Sembra un film, invece è tutto maledettamente vero. Danilo è tornato a Roma, ma continua la sua battaglia: «Mi sono rivolto al mondo intero, da Striscia alle Iene, fino a "Chi l'ha visto", per non parlare di avvocati che promettono ma poi scopro che non esiste neanche una denuncia al Tribunale. Però i soldi li vogliono, eccome. Qualcuno della polizia mi ha detto che è solo una disputa familiare. Ma come? Se io porto via un minore senza permesso, finisco in carcere. Nessuno sta cercando Lucas, nessuno. Se ti rubano una macchina, la cercano in tutta Europa. Mio figlio no». «Io - sottolinea Danilo - non sono un delinquente, sono un papà normale. Sono solare ma ora sono in una fase durissima, la situazione è tragica. Ho bisogno di lui, sono certo che lo riconoscerei subito anche adesso. Domando: il ministero degli Esteri a cosa serve? E' un bambino italiano, anche se ha doppio cognome. Qualcuno mi dovrà pur aiutare».