Di certo i polmoni di Andrea Purgatori erano devastati dal tumore. Potrebbe essere stato un collasso cardiopolmonare a provocare il decesso del giornalista e sceneggiatore avvenuto lo scorso 19 luglio. Ma i risultati dell’autopsia, eseguita ieri, a Tor Vergata, sono parziali.
Andrea Purgatori, l'autopsia
I pm della procura di Roma hanno già ascoltato alcuni testimoni, tra sanitari e conoscenti del giornalista (altri saranno convocati nei prossimi giorni) per ricostruire gli ultimi mesi di vita di Purgatori e il decorso della sua malattia. La tac, eseguita martedì, deve ancora essere letta dagli specialisti, mentre ieri l’autopsia eseguita dal professore Luigi Marsella dell’Università di Tor Vergata non ha dato risposte definitive. I risultati degli esami istologici eseguiti sul cervello, per stabilire l’esistenza o meno di metastasi, arriveranno solo alla fine di agosto e i consulenti delle parti si sono dati appuntamento il prossimo 6 settembre. Tuttavia è stato rilevato un ispessimento del cervello. Intanto i Nas stanno esaminando le cartelle cliniche di tutte le strutture alle quali si è rivolto Purgatori, da Villa Margherita, alla Pio XI, presso la quale lavorano sia Gualdi che Di Biasi e che ha comunque precisato che il giornalista nella struttura «ha svolto solo accertamenti di diagnostica per immagini e una biopsia». Quindi villa San Pietro, la Paideia e il Policlinico, dove è morto dopo alcuni giorni di ricovero.
I funerali e l'inchiesta
Intanto c’è chi pensa di dedicare uno spazio al ricordo di Andrea Purgatori nel museo per la memoria di Ustica. A lanciare questa proposta, avanzata al sindaco e al Comune di Bologna, è Daria Bonfietti, presidente dell’associazione dei parenti delle vittime della strage dove persero la vita 81 persone il 27 giugno 1980 a bordo di un Dc9. È una vicenda sulla quale Andrea Purgatori ha sempre cercato la verità conducendo inchieste e approfondimenti che portarono a riaprire il caso. «C’è un legame profondo tra la sua esperienza umana e giornalistica e la strage di Ustica, che impone di ricordarlo proprio vicino a quel relitto del Dc9 Itavia che in tanti anni ha descritto chiedendo giustizia», sostiene Bonfietti.