Quarantanovenne colpito dal “virus mangiacarne”: è bastata una caduta e un taglio al ginocchio

Nel 73 per cento dei casi si muore, solo il 5 per cento resta in vita evitando amputazioni

Mercoledì 11 Ottobre 2023 di Marco Ferroni
Quarantanovenne colpito dal “virus mangiacarne”: è bastata una caduta e un taglio al ginocchio

RIETI - Una banalissima caduta a terra durante un'escursione montana, un taglio al ginocchio sinistro, poi l'inferno. Inizia così, il calvario di Nazareno Conti, il 49enne originario di Leonessa, che dallo scorso 20 agosto è ricoverato all'ospedale Santa Maria di Terni per un'infezione da “vibrio vulnificus” il batterio “mangia carne” tipico dei mari del Sud, che lo ha portato a un passo dalla morte. «Se sono ancora vivo è grazie agli operatori sanitari dell'ospedale di Terni che hanno scoperto il problema e mi hanno salvato».

Il racconto. Nazareno Conti è arrivato al pronto soccorso del nosocomio ternano in fin di vita, tant'è che in un primo momento nemmeno i medici e gli infermieri riuscivano a capire cosa gli stesse accadendo.

«Mi hanno detto di non avere diagnosticato mai un caso del genere», racconta Nazzareno dal letto dell'ospedale dove è tutt'ora ricoverato con già cinquantadue giorni di cure e di interventi chirurgici, necessari per debellare un rarissimo caso di contagio da 'vibrio vulnificus' in Italia e, più nello specifico, in una località di montagna.
«Dopo pranzo – racconta il muratore, padre di quattro figli – sono caduto inciampando e mi sono fatto un piccolo taglio al ginocchio della gamba sinistra, al quale non ho dato troppa importanza.

Ma a distanza di un paio di giorni mi sono reso conto che la carne iniziava a puzzare e le mie condizioni di salute sono peggiorate: stavo malissimo, febbre molto alta, tant'è che i miei familiari hanno deciso di portarmi all'ospedale di Terni. Ricordo l'entrata al pronto soccorso, poi il buio». Nazareno viene trasferito in terapia intensiva e messo in stato di coma indotto.

Tra i medici del Santa Maria si cerca di capire bene cosa abbia il paziente e soprattutto cos'è che pian piano gli sta mangiando i tessuti della gamba sinistra: Nazareno Conti subisce ben quattro interventi chirurgici, gli vengono applicati oltre cento punti di sutura (tra interni ed esterni) e nel frattempo dagli esami di laboratorio si scopre che il 'vibrio vulnificus' si è impadronito dell'arto di Nazareno che, con ogni probabilità, nel cadere a terra potrebbe essere venuto a contatto con gli escrementi di un animale.

Cos'è il “virus mangiacarne”? Più comunemente conosciuto come batterio 'mangia carne', il 'vibrio vulnificus' (nome scientifico) appartiene alla famiglia del colera, che normalmente vive nelle acque tropicali del golfo del Messico. Risale all'estate scorsa l'allera sanitaria diramata dal Centre for disease control and protection (Cdc) degli Stati Uniti d'America, in seguito ad almeno cinque decessi che si sarebbero verificati in aree dove normalmente i batteri non vivono.

Batterio sul Terminillo. Tra luglio e agosto 2023, il virus ha mietuto cinque vittime: una persona in Connecticut, una nello Stato di New York, tre nella Carolina del Nord, quindi molto più a nord rispetto a quello che è il suo habitat naturale. Negli Usa, Vibrio produce circa 28mila infezioni ogni anno, aumentate di otto volte fra il 1998 e il 2018. In Italia il batterio è presente ma i casi sono rari, rarissimi. Probabilmente favorito dall’aumento delle temperature, che lo porta a proliferare anche nelle acque del Mediterraneo. Complicato capire come questo batterio possa essere arrivato fin sui duemila metri del Monte Terminillo, laddove presumibilmente Nazareno Conti è stato contagiato in seguito a una banalissima caduta a terra.

Va specificato, peraltro, che nel 73% dei casi il batterio è letale, mentre per il restante 27% un paziente su cinque riesce a evitare sia la morte, che l'amputazione dell'arto interessato e degli altri quattro, i più fortunati sopravvivono ma con una menomazione evidente.

Pericolo scampato. Col passare dei giorni, però, le condizioni di salute di Nazareno Conti iniziano a migliorare, il peggio sembra ormai passato e, seppur fortemente debilitato ("ho perso più di venti chili" dice) ora le cose sembrano volgere al sereno.

«C'è ancora una sacca di infezione all'altezza del ginocchio - spiega Nazareno - che necessita di cure, ma la situazione è decisamente in via di miglioramento. Peraltro non esistono antibiotici tali da poter somministrare in questi casi e ciò amplifica ulteriormente la bravura e la meticolosità dei medici del Santa Maria, che sono stati bravi a diagnosticare il problema e affrontaro. Per questo, mi sento in dovere di ringraziare dal profondo del cuore e a nome di tutta la mia famiglia, tutto il personale del pronto soccorso, della terapia intensiva, chirurgia, malattie infettive, la dottoressa Gambacorta, il dottor Macaluso, la dottoressa Atteo, il primario di medicina d’urgenza dottor Barabani, tutto il personale infermieristico, gli Oss, sempre disponibili e presenti. E devo ringraziare anche la mia famiglia: a cominciare da mia madre, proseguendo con la mia ex compagna, quella attuale Miriam, nonché tutti i leonessani che in questi giorni difficilissimi sono stati vicini a me e ai miei cari».

E proprio da Leonessa arriva il messaggio di vicinanza e di sostegno dei suoi concittadini, tra cui il sindaco Gianluca Gizzi, che augurano a Nazareno di rimettersi presto e di ritornare il prima possibile alla normalità.

Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 11:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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