Terremoto del 2016, lavori a rilento: «Stop ai bonus-affitto»

Il commissario Legnini: basta ritardi, entro giugno i progetti per le abitazioni

Giovedì 30 Dicembre 2021 di Giusy Franzese
Terremoto del 2016, lavori a rilento: «Stop ai bonus-affitto»

Una nuova ordinanza per rendere più semplici e rapide le procedure per le ricostruzioni nei centri colpiti dal sisma del 2016 nell'Italia centrale, ma anche per sanzionare chi temporeggia a presentare i progetti usufruendo nel frattempo dei contributi per gli alloggi sostitutivi. Verrà firmata tra oggi e domani dal commissario straordinario Giovanni Legnini, che ieri ha fatto il punto sui lavori. Novità in arrivo anche con la legge di Bilancio: nelle zone del terremoto del 2016, per gli edifici danneggiati, il superbonus 110% diventa stabile fino al 2025.

Sono inoltre stanziati altri sei miliardi di euro che portano così le risorse complessive a disposizione a 14 miliardi.

A quasi cinque anni e mezzo dalla prima scossa che rase praticamente al suolo molti comuni del centro Italia, ci sono infatti ancora 60.000 edifici privati da ricostruire secondo gli ultimi dati sulle manifestazioni di interesse e di questi soltanto 21.000 hanno presentato un progetto. «Ritardi, omissioni, indecisioni, opportunismi non possono più essere accettati o tollerati. Oggi ci sono tutti gli strumenti perché ciascuno faccia la propria parte» ha detto Legnini.

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Sanzioni in arrivo

A finire del mirino del commissario sono i titolari di Cas (contributo autonoma sistemazione) e i detentori delle casette Sae (soluzione abitativa di emergenza). Nel primo caso si tratta di un contributo che può anche superare i mille euro al mese, a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare e della presenza di over 65 o disabili. Usufruiscono del contributo i nuclei che hanno avuto la casa distrutta dal sisma o dichiarata inagibile dalle autorità competenti. Il Cas serve per pagare l'affitto di un alloggio alternativo «in attesa di ricostruire la propria abitazione». E spesso è più alto del canone effettivamente pagato, con la differenza che resta nelle tasche dei beneficiari.

Quindi per alcuni potrebbe essere conveniente allungare il più possibile il periodo del sussidio. Ora però, secondo quanto annunciato ieri da Legnini, sta per arrivare una data di scadenza: per non perdere il beneficio bisognerà presentare i progetti di ricostruzione entro il 30 giugno 2022. «In accordo con il Dipartimento di Protezione civile si è deciso che i titolari di Cas se non presenteranno i progetti entro il 30 giugno perderanno il contributo» ha annunciato Legnini. A chi sta in Sae, invece, «sarà la Protezione civile a decidere quale conseguenza applicare all'eventuale mancanza. Magari - ha ipotizzato il commissario - potrebbe essere chiesto un canone di affitto». L'ordinanza comunque prevederà anche delle deroghe per «impedimenti oggettivi». In tutti i casi resteranno salvi i diritti alla ricostruzione con relativi contributi. Attualmente sono circa 7.500 le famiglie che percepiscono il Cas e che occupano le casette.

 

La lentezza nel ricostruire comunque non dipende sempre dai proprietari pigri, molto frequentemente dipende dai tecnici e dai progettisti. Lo ha sottolineato anche lo stesso commissario Legnini: i tempi della costruzione «non possono essere stabiliti dagli studi professionali, ma devono seguire un cronoprogramma». Soprattutto per i centri storici. Da gennaio - ha aggiunto - «chiederò ai sindaci di stilare i cronoprogrammi per i centri distrutti e stabilirò le ordinanze con i termini entro cui dovranno essere presentati i progetti».

Il terremoto del 2016 ha provocato danni per 26 miliardi di euro. Per la ricostruzione complessivamente ne sono stati stanziati 14, che «permettono una copertura sufficiente per diversi anni» ha sottolineato il commissario. Nel 2021 sono stati autorizzati circa cinquemila cantieri, quasi il doppio rispetto al 2020, e poco meno della metà dei cantieri complessivamente autorizzati nell'intero cratere sismico, che sono 12.000. I cantieri ultimati nel 2021 sono stati 2.185. Il programma di ricostruzione prevede anche un massiccio intervento sugli edifici scolastici. «Ricostruiremo tutte le scuole danneggiate» ha promesso Legnini. Sarà utilizzato lo strumento dell'accordo quadro, cosa che permetterà di aumentare il plafond a disposizione delle scuole a 1,2 miliardi di euro.

Ultimo aggiornamento: 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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