Samantha Cristoforetti: «Il futuro dello spazio comincia oggi»: lo sostiene l'astronauta trentina, prima donna europea comandante della Stazione spaziale internazionale che ha chiuso oggi, insieme alla commissaria europea per l'Innovazione, Mariya Gabriel, la 15ma conferenza europea sullo spazio a Bruxelles e proprio in questa occasione, intervistata dall'Ansa, ha evidenziato la necessità del settore spaziale europeo di acquisire autonomia.
«Siamo in un periodo di crisi - ha detto Cristoforetti - e credo che tutti ci stiamo rendendo conto di quanto sia importante, in un momento così difficile, investire in settori per noi strategici per rafforzare ulteriormente e sviluppare le nostre capacità di affrontare le crisi».
Secondo l'astronauta, serve una base industriale più forte e resiliente, «che ci aiuti ad affrontare tutti i tipi di sfide».
Ma il futuro che vede l'astronauta trentina riguarda anche e soprattutto l'esplorazione umana dello spazio. «Spero davvero - si è augurata - che nei prossimi anni si gettino le basi, in termini di finanziamenti e di quadro industriale, per affrontare questa sfida, in modo da perseguire una capacità autonoma in Europa di lanciare i nostri astronauti».
Le fa eco la commissaria Gabriel sottolineando come lo spazio sia un'area strategica che l'Europa sostiene attraverso il programma Horizon. «Dobbiamo continuare e investire nella ricerca e nell'innovazione - ha detto Gabriel -. Ma senza le persone, con le loro competenze, i loro talenti e le loro idee, non è possibile ottenere i risultati di questi investimenti e strumenti politici».
E da qui - secondo la commissaria - l'importanza di modelli come Samantha Cristoforetti, capaci di lanciare il messaggio ai giovani talenti europei e fargli «vedere le stelle nei tuoi occhi».
In effetti, ha concluso l'austronauta italiana che si occuperà anche dello sviluppo della nuova staziona spaziale Lunar gateway, «lo spazio ha questo incredibile potere di creare quella passione e quella curiosità che mi hanno spinto a entrare nel settore spaziale» e questo è ciò che spinge «a intraprendere carriere scientifiche e tecnologiche che a volte sono impegnative, ma che sono così gratificanti che questa ricompensa è più importante delle sfide e delle difficoltà».
