Processo Becciu, il cardinale rischia 7 anni di carcere: stasera la sentenza, tutto quello che c'è da sapere, curiosità e anomalie

Il processo più importante del secolo per il piccolo stato vaticano è durato oltre due anni e mezzo

Sabato 16 Dicembre 2023 di Franca Giansoldati
Processo Becciu, il cardinale rischia 7 anni di carcere: stasera la sentenza, tutto quello che c'è da sapere, curiosità e anomalie

Il verdetto è atteso per stasera e si saprà se il cardinale Angelo Becciu (che rischia 7 anni e 3 mesi di carcere) assieme agli altri nove imputati – tra cui finanzieri, funzionari vaticani, un sacerdote e l'analista legata ai servizi Cecilia Marogna - saranno condannati o assolti dai giudici del tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone, già Procuratore capo di Roma.

Processo Londra, il Promotore di Giustizia in aula conferma le accuse contro Becciu: «È stato un giusto processo»

Il processo più importante del secolo per il piccolo stato vaticano è durato oltre due anni e mezzo.

Nelle oltre novanta udienze nell'aula ricavata in una parte dei Musei  si è ascoltato praticamente di tutto: rivelazioni sconcertanti per la Santa Sede, l'uso allegro di intercettazioni, spionaggi interni con retroscena internazionali degni di una serie di Netflix. Tutto era partito da un prestito di 150 milioni di euro che la Segreteria di Stato aveva chiesto allo Ior per ritornare in possesso del controllo delle azioni del fondo collegato al disgraziato investimento del Palazzo di Londra costato 350 milioni di euro. Inizialmente l'investimento fu fatto dietro suggerimento e in partnership con Raffaele Mincione che poi però, per divergenze emerse, fu liquidato. A questo noto finanziere d'assalto ne subentrò un altro, Gianluigi Torzi che riuscì a far firmare al Vaticano un contratto capestro.

Processo Londra, Becciu: «Soldi della Segreteria di Stato? Erano fondi sovrani»

Lo Ior, come è emerso nelle udienze, prima accordò il mutuo alla Segreteria di Stato ma poi cambiando idea denunciò alla magistratura vaticana l'operazione intravedendovi opacità e conti che non tornavano. Da quel momento scattarono le indagini che andranno a dividersi in tre tronconi (l'affare immobiliare di Sloane Avenue con il finanziere Raffaele Mincione e successivamente con Gianluigi Torzi, l'uso dei fondi vaticani affidati a Cecilia Marogna, la donna che viene presentata in Vaticano dai vertici dei servizi segreti come esperta di relazioni internazionali per la liberazione di missionari nelle mani dei jihadisti e, infine, il caso Ozieri, la diocesi sarda di Becciu e sulla quale si sono ammassate nel tempo le ricerche del Promotore di giustizia). Dalle udienze è affiorato però anche il ruolo che Papa Francesco ha avuto dietro le quinte, visto che era a conoscenza di ogni passaggio, compreso quello relativo alla liquidazione data a Torzi (15 milioni di euro). 

Sullo sfondo di questa storia piena di cose bizzarre (preti che si fanno raggirare, contratti firmati senza essere rivisti, una catena di comando basata sulla fiducia e ben poco sulla competenza finanziaria) si muovono le grandi e storiche riforme amministrative che Francesco porta avanti con una certa fatica e con l'obiettivo evidente di concentrarne il controllo in un unico centro, l'Apsa, il forziere finanziario della Santa Sede, sottraendo così la gestione secolare dei fondi sovrani (circa 600 milioni) alla Segreteria di Stato (ormai drasticamente ridotta e depotenziata). 

Praticamente uno scontro di poteri tra il vecchio e il nuovo e la sfida di un nuovo  cammino internazionale intrapreso dal Vaticano con Moneyvall al fine di entrare nella white-list dei paesi virtuosi e togliersi finalmente di dosso la fama di paese off shore.

In questi due anni nel frattempo il palazzo disgraziato è stato rivenduto a Bain Capital per 186 milioni di euro, generando una perdita secca, secondo i dati forniti dal Promotore di Giustizia che va da 130 a 180 milioni di euro, senza tener conto dell'immenso danno reputazionale per la Santa Sede. Danni quantificati dalla professoressa Paola Severino, legale di parte civile, per centinaia di milioni di euro. Naturalmente sono stati chiesti risarcimenti per 177 milioni di euro al punto che Severino ha parlato di “mercanti nel tempio” mentre l'avvocato Flick, difensore di parte civile dello Ior, ha chiesto a sua volta 270 milioni di euro (173 di perdite e 97 di mancato guadagno). Naturalmente denari che farebbero comodo in questo momento storico al Vaticano visto che ha le casse vuote.

Papa Francesco non ammesso come testimone al processo Londra

Molte le anomalie sollevate da tutte le difese in questi due anni, fino al punto di denunciare l'assenza di un giusto processo, la presenza di un complotto e persino qualcosa simile al processo stato-mafia, soprattutto per il ruolo delicatissimo e cruciale avuto dal grande accusatore del cardinale Becciu, l'ex capo ufficio finanziario della Santa Sede, monsignor Alberto Perlasca che amministrava i fondi sovrani. E' infatti lui ad aver rafforzato la tesi accusatoria con un memoriale (che poi gli è valso lo stralcio della sua posizione, passando da accusato a testimone e parte civile). Il documento appare ricchissimo di circostanze, dati e nomi anche se – come è affiorato in aula - in realtà gli sarebbe stato insufflato da una sua amica, Genoveffa Ciferri, ex collaboratrice esterna dei servizi (come è emerso in aula), la quale a sua volta era in contatto con la pr Francesca Chaouqui. 

Chaouqui, per sua ammissione, sarebbe una nemica acerrima di Becciu (al quale reputa la responsabilità di averla coinvolta nel processo Vatileaks). In pratica Perlasca avrebbe scritto il memoriale su dettatura, accogliendo i suggerimenti di Chaouqui attraverso Ciferri. Perlasca credeva che dietro i preziosi suggerimenti ci fosse “un anziano magistrato” desideroso di aiutare Papa Francesco a fare pulizia in Vaticano, e non Chauoqui. Il Promotore di Giustizia, tuttavia, ha chiarito che quel memoriale non rappresenta la affatto parte centrale delle sue indagini e dei suoi rilievi, visto che ha altri documenti, tuttavia questo passaggio è bastato per sollevare parecchi interrogativi. 

Palazzo di Londra, all'udienza del processo il mistero del mutuo: «Perchè lo Ior lo negò?»

Dopo 2 anni e mezzo di udienze nessuna vera pistola fumante è emersa per sostenere l'ipotesi dell'accusa di una grande cospirazione per frodare il Papa di milioni di euro. I numerosi crimini finanziari tra cui frode, appropriazione indebita, corruzione, riciclaggio, abuso d'ufficio di cui sono accusati i dieci imputati sono contenuti in una accusa di 487 pagine. Il Promotore di Giustizia è partito dall'investimento di 350 milioni di euro per comprare il palazzo ricostruendo che i mediatori avrebbero frodato il Vaticano nei vari passaggi di proprietà, fino all'estorsione di 15 milioni di euro per cedere il controllo della proprietà. In quel periodo Becciu però non era già più alla Segreteria di Stato, e tutto venne deciso dal Papa e dall'attuale Sostituto Pena Parra il quale, a sua volta, ha ricostruito la vicenda con un altro memoriale monstre. La cornice di riferimento e l'impressione generale è che tante perdite siano state determinate soprattutto da una generale incompetenza che ha causato un enorme danno reputazionale al Vaticano. 

Processo di Londra, il consulente immobiliare parla del mutuo negato dallo Ior e del direttore Mammì fatto controllare da un agente

Il procuratore capo Alessandro Diddi ha chiesto pene detentive da tre a 13 anni per ciascuno dei 10 imputati, nonché la confisca di circa 415 milioni di euro (460 milioni di dollari).

Il Presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone stamattina ha voluto ringraziare tutti, i magistrati, gli avvocati, i tecnici del tribunale, il personale vaticano e anche i giornalisti «che hanno puntualmente dato conto di quanto avveniva in udienza». Poi ha difeso con forza il metodo contraddittorio tra le parti:  «è il metodo migliore per raggiungere la verità processuale e per cercare di avvicinarsi alla verità senza aggettivi».

Ultimo aggiornamento: 17:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci