Processo Londra, il Promotore di Giustizia in aula conferma le accuse contro Becciu: «È stato un giusto processo»

Entro sabato la sentenza del maxi processo sui fondi della Segreteria di Stato

Lunedì 11 Dicembre 2023
Processo Londra, il Promotore di Giustizia in aula conferma le accuse contro Becciu: «È stato un giusto processo»

Mancano pochi giorni alla sentenza del maxi processo in Vaticano avviato per fare luce sugli investimenti della Santa Sede e l'acquisto del disgraziato Palazzo di Londra. «La dichiarazione di monsignor Alberto Perlasca non è la pietra angolare della nostra accusa verso il cardinale Angelo Becciu.

A parte che sul caso di Cecilia Marogna, Perlasca non ha dato nessuno spunto investigativo, ma sul palazzo di Londra il cardinale ha una posizione su cui Perlasca non interferisce in alcun modo». È questo uno dei passaggi centrali della replica del promotore di giustizia Alessandro Diddi. «Per quanto riguarda le testimoni Genoveffa Ciferri e Francesca Chaouqui - ha poi aggiunto - la loro importanza è pari a zero». 

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Diddi ha voluto così ribattere alla tesi difensiva secondo cui il fatto che il «memoriale» di Perlasca del 31 agosto 2020 sia stato del tutto screditato dalla scoperta che a suggerirlo e insufflarlo fosse stata la Chaouqui tramite la Ciferri, amica del monsignore, abbia affossato anche le accuse contro Becciu. E ha voluto anche chiarire che Perlasca non è tanto un «super-testimone» o «grande accusatore» del processo. L'accusa ha insomma riaffermato di avere altri elementi non considerati dalle difese. 

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Sempre sulla Ciferri e la Chaouqui il Pg ha spiegato: «Noi non ci siamo opposti all'ascolto, ma siamo stati accusati di non aver depositato parte delle chat: ma gli avvocati, in altri processi, non si sono mai confrontati con 'omissis' su materiale al centro di accertamenti? È un fatto normale. Perché non hanno chiesto loro alla Ciferri e alla Chaouqui quale fosse il contenuto di quei messaggi?».

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Diddi, in circa quattro ore di replica, ha sostenuto soprattutto che «le difese non hanno tenuto conto di tutte le prove che abbiamo portato: ci sono elementi documentali, mail, pezzi di interrogatori e altro completamente ignorati. Però hanno pensato di accusare noi di 'pregiudizì». Ribattendo punto per punto ai rilievi difensivi, Il Pg ha sottolineato che nel dibattimento in Vaticano sono stati ampiamente rispettati i principi del «giusto processo», che la Santa Sede non ha strumenti per convocare coattivamente testimoni dall'estero, che il mancato ascolto di Gianluigi Torzi è dipeso dal fatto che sia stato lui a non presentarsi: «tutti falsi problemi serviti solo a dire che il processo era illegittimo». Sulla mancanza di querela nel processo da parte della Segreteria di Stato, Diddi ha detto di aver chiesto al segretario di Stato se ci fosse la volontà di procedere e questa gli è stata confermata: al proposito, al termine dell'udienza il Pg aggiunto Gianluca Perone ha depositato una lettera del cardinale Parolin del 6 novembre scorso che conferma la volontà che i reati in cui la Segreteria di Stato è parte offesa «siano perseguiti e puniti». 

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Secondo il Pg Diddi, «la prova più devastante sulla responsabilità di Becciu rispetto al palazzo di Londra è venuta dalla difesa di Raffaele Mincione, proiettando tutte le autorizzazioni date dall'allora sostituto all'investimento. » E non era mai avvenuto prima: mai la Segreteria di Stato aveva affidato tutto il patrimonio a un unico investitore«. Sulla »vicenda Sardegna«, secondo Diddi la difesa »non si è confrontata con gli esiti dell'indagine della Gdf di Oristano« sulla diocesi di Ozieri e la cooperativa Spes e che fu il vescovo Sergio Pintor, morto nel 2020 il primo a »opporre resistenza e ad additare le responsabilità della famiglia Becciu«. E anche sul caso di Cecilia Marogna, »se fosse vero che Becciu è stato raggirato, perché non ha fatto denuncia? Perché la incontra ancora nel 2021? Perché la ospita a casa sua?«. Inoltre, »il Papa non ha autorizzato i soldi alla Marogna, perché di lei non sapeva nulla, ma alla società britannica Inkerman«, per la mediazione sulla suora rapita in Mali. Diddi ha quindi ribadito le sue conclusioni e richieste. Altrettanto hanno fatto oggi anche le parti civili sui risarcimenti. Domani replicano le difese. Entro sabato la sentenza.

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