Palazzo di Londra, arringa choc del legale di Crasso: assenza di giusto processo in Vaticano, va azzerato

Giovedì 9 Novembre 2023
Palazzo di Londra, arringa choc del legale di Crasso: assenza di giusto processo in Vaticano, va azzerato

Il processo in Vaticano è quasi medievale, va azzerato tutto.

Altro che giusto processo secondo gli standard moderni visto che gli imputati non sono stati messi nelle condizioni di difendersi dalle accuse mosse a loro carico: «Siamo in presenza di un procedimento caratterizzato da una deroga alla legalità del giusto processo. In questo contesto, l'unica risposta possibile da parte del Tribunale è quella di applicare la legge. E quindi di revocare l'ordinanza con cui erano state rigettate le eccezioni preliminari e azzerare tutto». È questa la richiesta formulata nella settantaseiesima udienza del processo vaticano sui fondi della Segreteria di Stato e sulla compravendita del palazzo di Londra dall'avvocato Luigi Panella, difensore del consulente finanziario Enrico Crasso, ribadendo così le tesi sull'assenza del «giusto processo» avanzate all'inizio del procedimento, ormai due anni or sono, e allora respinte dal Tribunale. 

Processo Becciu, slitta al 14 dicembre l'udienza sul ruolo del Papa come testimone

«Questi temi inficiano questo processo fin da prima dell'inizio - ha affermato -. Siamo al di fuori del Codice di Procedura penale, abbiamo fatto un processo diverso. Si è proceduto in maniera non conforme alla Legge fondamentale dello Stato della Città del Vaticano, cui anche il Papa è soggetto». 

Processo Becciu, battaglia per il pc di Crasso: «Difendersi? E' come ai tempi dell'Inquisizione», Pignatone: «irricevibile»

Panella ha contestato soprattutto i noti quattro Rescripta del Papa, validi solo per questo processo, con cui all'inizio è stata modificata e adattata la procedura. «Il Codice di Diritto canonico pone dei limiti anche ai Rescripta. Non si può andare dal Santo Padre a chiedere una cosa non conforme alla legge. Queste richieste sono contrarie alla legge». 

Palazzo di Londra, all'udienza del processo il mistero del mutuo: «Perchè lo Ior lo negò?»

Panella ha largamente disquisito sul fatto che in Vaticano «il Papa è un sovrano assoluto, ma nonostante questa monarchia assoluta la Santa Sede si è impegnata a rispettare il principio della supremazia della legge, del governo della legge. Oggi una monarchia assoluta non è più sostenibile. E anche l'indipendenza della magistratura vaticana è ampiamente discussa». Il legale è tornato persino al Dictatus papae, sui fondamenti del primate papale, e a Gregorio VII, «il Papa di Canossa», sottolineando che «teorizzando la potestà assoluta del Papa il promotore di giustizia ci riporta al 1075».

Al processo sul Palazzo di Londra la pr Chaouqui avrebbe ispirato Perlasca

Nella sua lunga arringa il legale è entrato poi nelle questioni di merito riguardanti il suo assistito Enrico Crasso, ex Credit Suisse, con a carico 20 imputazioni - più quella sulle sue società - e ipotesi come peculato, corruzione, riciclaggio, truffa. Il 26 luglio scorso per lui il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi aveva chiesto una condanna a nove anni e nove mesi di reclusione. Il difensore ha dapprima confutato la qualifica per Crasso di «pubblico ufficiale», attribuita in quanto consulente della Segreteria di Stato nella gestione del patrimonio e degli investimenti, dal momento che non c'è mai stato un vero mandato, ma soprattutto perché Crasso veniva pagato non dalla Santa Sede ma dalle società che lo incaricavano di gestire il «cliente», la Segreteria di Stato, in particolare il Credit Suisse. 

Becciu, depositate 52 prove video per il processo di Londra piene di tagli e omissis

Ripercorrendo poi le vicende che lo coinvolgono, a partire dall'ingresso della Segreteria di Stato nel Fondo Athena di Raffaele Mincione, prima per l'ipotesi di sfruttamento petrolifero in Angola, poi per l'acquisto del palazzo di Sloane Avenue a Londra, Panella ha contestato che Crasso sapesse effettivamente di questioni attribuitegli poi nei capi d'accusa, negandone soprattutto le prove. Tra quanto sostenuto dal legale, anche che «è un'assurdità pensare che la Chiesa debba liberarsi dei sui beni, dei suoi immobili per darli ai poveri: anche secondo il Codice di Diritto canonico, la Chiesa può possedere, gestire e amministrare i suoi beni per ottenere i suoi fini, che sono quelli dell'amministrazione del culto divino, del mantenimento del clero e delle opere di carità, con preferenza per i poveri. La stessa destinazione delle offerte dei fedeli può essere il mantenimento della Sede apostolica e il complesso delle sue attività, cosa sfuggita al promotore di giustizia, che ha confuso l'impiego dei beni con la loro amministrazione».

Palazzo Londra: «I milioni volavano come delle figurine Panini», ecco cosa descriveva il consulente 

Altro aspetto sostenuto da Panella, è che «è grave dire, come ha fatto la parte civile Segreteria di Stato, che grazie al cardinale Angelo Becciu siano entrati i mercanti nel Tempio. Invece in Segreteria di Stato c'è la prova che, con l'arrivo di Becciu come Sostituto, non c'è stato alcun cambiamento nelle strategie degli investimenti rispetto a prima, quando si mettevano soldi ugualmente in fondi internazionali». Secondo l'avvocato, anche il fatto di essere ricorsi nel 2012 all'operazione di Credit Lombard (doveva servire a reperire le risorse per il progetto petrolifero in Angola, poi finite invece nel palazzo di Londra) «è stata un'ottima soluzione per la Segreteria di Stato. È assurdo considerarlo uno strumento ad alto rischio». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA