Un tempo nel Far West c’era la febbre dell’oro. Ora a Roma Nord c’è quella del litio, minerale essenziale per le batterie dei cellulari e delle auto elettriche.
Litio, ricerche anche nel sottosuolo di Viterbo. La richiesta di una società australiana
LE RICERCHE
Il primo permesso di ricerca riguarda il Comune di Campagnano e coinvolge 1.146 ettari di terreno. Il secondo, nella frazione di Galeria, tra i Comuni di Roma (XIV Municipio) e Anguillara Sabazia, è quasi il doppio più grande: 2.046 ettari. Le indagini che sono state autorizzate non avranno un impatto diretto sull’ambiente. I pozzi già ci sono: si tratta di quelli che vennero realizzati tra gli anni Settanta e Ottanta. Quindi, saranno sfruttate le attività che quaranta o cinquanta anni fa fecero grandi imprese come Enel ed Eni. È qui che i ricercatori dovranno capire se quei numeri individuati in passato sono ancora di interesse proprio per le attività estrattive. I permessi tengono fuori i parchi e le zone d’interesse ambientale. Marcello De Angelis, geologo e amministratore di Energia Minerals, spiega che nel pozzo di “Cesano 6” il litio è presente in 380 parti per milione.
«È un contenuto di alto interesse. Solitamente per l’estrazione il minimo è di 150 ppm, quindi sarebbero più che sufficienti». Nella zona più vicina a Roma ce ne sarebbero, precisa, «tra i quaranta e i cinquanta pozzi» che potrebbero dare sorprese. Non bisogna immaginare il litio romano come se fosse una roccia, ma è “nascosto” nel geotermico di cui è ricca l’area che da Roma Nord porta alla Tuscia e, quindi, a Viterbo. «L’estrazione - prosegue l’amministratore - avviene trattando i fluidi una volta in superficie con procedimenti chimico-fisici. Poi vengono conservati o processati per produrre o il carbonato di litio o il cloruro di litio». Grazie a questa lavorazione si crea quello che di fatto è uno dei componenti delle batterie elettriche di nuova generazione. Un minerale ambitissimo nel mondo e che potrebbe, oggi, essere un prodotto romano “Doc”. E i tempi? «Dopo aver fatto la ricerca di base, avuti poi i permessi di estrazione, si va molto rapidamente. L’idea è arrivare a produrre litio entro il 2026», conclude De Angelis.