Sandra Zampa: «Flavia e Romano Prodi, quante risate complici se si parlava d’amore»

Domani a Bologna le esequie della ex first lady. Il ricordo della deputata pd​

Giovedì 15 Giugno 2023 di Barbara Jerkov
Sandra Zampa: «Flavia e Romano Prodi, quante risate complici se si parlava d’amore»

Non era solo la moglie, amatissima, di Romano Prodi. Flavia Prodi è stata molto di più per tanti - studenti, amici, intellettuali e semplici concittadini, per non dire dei figli e dei nipoti - che nel corso della vita ha ascoltato, accolto e consigliato, insegnando a generazioni di giovani e meno giovani. La sua scomparsa improvvisa, mercoledì scorso, a 76 anni, mentre con l’ex premier si trovava sul sentiero francescano che porta da Gubbio ad Assisi, ha lasciato sgomento e addolorato un intero mondo che va ben oltre quello della politica. I funerali si terranno domani a Bologna, alle 11,30, nella chiesa di San Giovanni in Monte.

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Flavia e Romano si erano conosciuti negli anni Sessanta all’università.

Lei giovane e bellissima, 22 anni, lui, 33, brillante ma un po’ meno bello, tanto da vantarsi per il resto della vita: «Dopo tre anni di corteggiamento ce l’ho fatta e ora siamo qui!».

Ma chi era davvero Flavia Franzoni Prodi?
«Una donna straordinaria a cui devo molto», risponde Sandra Zampa, parlamentare pd ma soprattutto amica di una vita della famiglia Prodi, con cui ha condiviso quasi un quarto di secolo di affetti e politica, «di eccezionale personalità e rigore. Quando le proposi di scrivere Insieme, il libro che poi pubblicammo nel 2006 per la campagna elettorale dell’Ulivo, scoprii che lei aveva lo stesso progetto in animo. E’ stata un’occasione per lavorare insieme conoscendosi a fondo. Flavia ha lavorato con passione tutta la vita dedicandosi ai temi delle diseguaglianze e del welfare. E’ stata docente di Metodi e tecniche del servizio sociale alla facoltà di Scienze politiche a Bologna. E quando interveniva anche nelle lunghe riunioni per la messa a punto del programma elettorale, non aveva mai l’atteggiamento di chi si aspetta di essere ascoltata perché è la moglie del leader, ma la disponibilità ad ascoltare lei gli altri contribuendo però in maniera incisiva con le sue idee».

Ci sono parti del programma dell’Ulivo che portano la sua impronta?
«Sicuramente quelle relative al welfare. Non sopportava che si inserissero promesse elettorali, parole a vanvera. Voleva che si parlasse dei temi nel merito, di fattibilità, di modalità di erogazione, non tollerava le imprecisioni ma allo stesso tempo non voleva avere l’ultima parola».

Eppure l’impressione è che stesse sempre un passo indietro al Professore.
«Non si voleva mai imporre, detestava che la si considerasse solo “moglie di”, ma finiva per coinvolgere con i suoi ragionamenti chiunque la ascoltasse. Se volevi farla felice bastava parlare dei temi della solidarietà, dei valori, della capacità di “rammendare gli strappi della società”, l’argomento che le stava più a cuore di ogni altra cosa».

 

Non solo “moglie di”, d’accordo, ma sempre al fianco di Prodi, avevano da poco festeggiato i 54 anni di matrimonio. 
«Colpiva, vedendoli insieme giorno dopo giorno, la fusione assoluta di due esistenze. E’ come se ognuno dei due trovasse nell’altro le risposte che cercava e avesse reso più ricco l’altro, e allo stesso tempo la famiglia e la comunità tutt’intorno. La loro casa è sempre stata aperta a figli, nipoti, collaboratori, amici. C’era sempre un letto pronto se qualcuno voleva fermarsi a dormire. Ma la loro era soprattutto un’accoglienza intellettuale e affettiva. Flavia non era una donna che si perdesse in baci e abbracci, però ti apriva la porta di casa e il cuore, ed era capace di ascoltare».

La sua scomparsa ha provocato un’ondata di emozione anche sui social, ho letto post di perfetti sconosciuti che si stringono a Prodi in un lutto che si è fatto collettivo. Se l’aspettava?
«Stiamo ricevendo tutti in queste ore messaggi di cordoglio che non ci saremmo aspettati anche da personaggi pubblici, cantanti, attori. Mi ha colpito un post su Instagram di Samuele Bersani. Ha raccontato di come vedesse Flavia quasi tutti i giorni per strada, a Bologna, tornare a casa con i sacchetti della spesa e il suo bel sorriso sul viso. Non ha mai osato presentarsi ma la descrive esattamente com’era».

Per lei personalmente cos’è stata, Flavia Prodi?
«Più di una sorella. Le devo gratitudine. I giorni a palazzo Chigi non erano sempre facili, ma lei era lì a dare una mano. Ricordo chiacchierate colte di ore tra esperte con Bindi e Turco ministre. Era un lavoro pesante, che poteva isolarti e invece Flavia non ti faceva sentire sola».

In tanti si domandano ora come sarà la vita del Professore senza di lei. 
«Difficile dare una risposta su un amore così totale. A maggio è stato il loro anniversario, e non accadeva mai che lui non le facesse arrivare dei fiori o organizzasse un viaggio per loro due, quando era possibile. Li prendevo anche in giro: ma come si fa a essere ancora così innamorati dopo tanti anni?».

E loro?
«Ridevano, complici. Ma Flavia mi diceva sempre: anche i matrimoni felici richiedono una manutenzione continua e tempo per sé oltre che per la coppia. Se vogliamo che i giovani mettano su famiglia, ripeteva, quale migliore pubblicità di vedere una grande famiglia felice». Come era la loro.

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