Il sindaco Bergamin: «Chi scappa ha torto e non rispetta la città»

Domenica 10 Febbraio 2019 di Claudio Bertoncin
Massimo Bergamin
2
ROVIGO - Il giro di boa, titolerebbe Camilleri. Massimo Bergamin ha davanti a sé le ore più difficili della sua esperienza di sindaco, il primo ad aver portato orgogliosamente nell'estate di quattro anni fa sul sacro prato di Pontida la bandiera di Palazzo Nodari. L'ultimo giorno di gennaio ha mandato a casa tutti gli assessori, annunciando un rimpasto che appare difficile per i numeri risicati di una maggioranza che si è via via sfilacciata. La prima spallata alla sua Amministrazione, quella tentata venerdì sera dalle opposizioni nello studio del notaio Santoro, non è andata a segno: troppo poche dieci firme per mandare all'aria tutto e tornare a votare a fine maggio. Ce ne vogliono almeno 17.

Raccogliere 17 firme, per di più di venerdì: non crede alla scaramanzia, vero sindaco?
Mi preoccupano le file ai servizi sociali o dei giovani in cerca di lavoro, non quelle dal notaio. Chi scappa dalle proprie responsabilità per rifugiarsi in un ufficio fa del male e manca di rispetto a Rovigo, non a Bergamin.
 
Chi l'ha sorpresa di più in questi giorni?
La solidarietà trasversale e bipartisan, non solo a Rovigo.
Sulla viabilità ha fatto dietrofront: c'è qualcos'altro che vorrebbe cancellare, che si è pentito di aver fatto?
Sul viale della stazione, come su via Munerati e da domani su via Calatafimi, mi sono impegnato personalmente per risolvere i disagi dei cittadini. Lavorando tanto si possono commettere errori, l'importante è riconoscerli e rimediare.
Quattro milioni da spendere in un anno: da dove partiamo?
Riqualificazione delle strade, eventi, cultura e manifestazioni di qualità per rivitalizzare centro storico e frazioni, sostegno alle persone in difficoltà. E tante idee e opportunità che in questi giorni mi sono state segnalate dalla maggioranza, dalla minoranza e dai consiglieri indipendenti.
Ex Maddalena: c'è ancora speranza?
Certo. Ora sono impegnato in questo momento delicato in città, ma quanto prima andrò a Roma per acquisire ulteriori informazioni relative al nostro progetto di riqualificazione della Commenda.
In questi giorni è stato ribattezzato sindaco-re: le pesa di più essere un re senza corona (la Giunta) o senza scorta (i partiti)?
Ci tengo a sottolineare che non sono solo. La macchina amministrativa mi sta sostenendo e lavora a pieno regime.In generale mi sento di dire che da soli si cammina veloci, ma insieme si va più lontano.
La proposta più indecente che le hanno fatto in queste ore? 
Ogni proposta che mi è arrivata da consiglieri di maggioranza, minoranza o cittadini è degna di nota. Comunque nessuna proposta indecente.
La Giunta che sogna per Rovigo?
Una Giunta che sappia condividere con il sindaco oneri e onori in egual misura e che sia pronta ad uno sprint finale impegnativo, ma anche molto entusiasmante.
Nodo partecipate: se Duò lasciasse, respingerebbe ancora le sue dimissioni?
Per oltre vent'anni molte società partecipate hanno creato buchi di svariati milioni di euro, soldi dei cittadini di Rovigo. Dall'inizio del mio mandato pretendo, da chi guida queste società, bilanci positivi e il presidente Duò ha garantito questi risultati. Con lui mi incontrerò in settimana.
Meglio sindaco o europarlamentare?
Meglio un uomo che cammina a testa alta, con il cuore sereno e in pace con se stesso. Ogni ruolo che difende e tutela gli interessi dei cittadini ha pari dignità e rispetto.
«Non mi dimetterò mai»: sempre convinto?
Assolutamente si. Mai mollare, nella vita privata, come nei ruoli pubblici. Chi ci mette la faccia, deve sempre assumersi le proprie responsabilità. Chi scappa ha sempre torto.
Programmi per San Valentino?
Amo Rovigo, per cui sarò in città per continuare a difenderla e a lavorare, con grande passione, solo per lei.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci